Trento dà 80 mila euro a chi compra casa in 33 borghi "svuotati"
La provincia di Trento, per combattere lo spopolamento, ha deciso di dare fino ad 80mila euro a chi compra o ristruttura casa nei borghi svuotati
Lo spopolamento è un fenomeno che da decenni affligge molti paesi italiani, soprattutto quelli situati nelle aree montane e rurali. Il fenomeno ha portato allo svuotamento di intere comunità con servizi ridotti al minimo e un conseguente calo della qualità della vita per i pochi residenti rimasti. Per questo motivo, molte amministrazioni locali stanno adottando provvedimenti mirati a ripopolare i territori più colpiti, incentivando l’acquisto o la ristrutturazione di immobili a condizioni vantaggiose. La provincia di Trento ha recentemente deciso di stanziare fino a 80 mila euro per chi compra casa in alcuni borghi ormai quasi “vuoti”.
L’idea della provincia di Trento per ripopolare i borghi
Per fronte allo spopolamento che interessa alcuni borghi della provincia di Trento, l’amministrazione provinciale ha pensato a una misura speciale sulla scia di quelle già approvate in altre zone come il Salento. La soluzione trovata prevede contributi a fondo perduto, fino ad 80 mila euro, destinati a coloro che acquistano o ristrutturano un immobile in alcuni comuni selezionati. Il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, e il dirigente generale del Dipartimento urbanistica, Giovanni Gardelli, hanno spiegato che ci potranno essere fino a 33 borghi beneficiari dei fondi.
Questi verranno individuati attraverso un’analisi basata sul calo demografico degli ultimi dieci anni. L’elenco ufficiale non è ancora stato reso noto, ma dai dati già disponibili emergono già dei nomi che il ‘Corriere della Sera’ ha condiviso. L’analisi si basa su due indicatori principali: l’indice di decremento demografico e un indicatore di turisticità, che considera il rapporto tra le presenze turistiche e la popolazione residente.
Tra i primi 20 comuni quasi certamente inclusi nell’elenco ufficiale troviamo Livo e Bresimo in Val di Non, Rabbi e Vermiglio in Val di Sole, Tre Ville e Bondone nelle Giudicarie, e diversi comuni della Valsugana, come Castello Tesino e Grigno. Anche comuni di montagna come Sover e Giovo in Val di Cembra rientrano tra quelli che potrebbero beneficiare del contributo. Alcuni territori, invece, rischiano di essere esclusi a causa della loro alta attrattiva turistica, come Campitello di Fassa, cittadina della Val di Fassa famosa per i suoi paesaggi e le piste da sci.
Le dichiarazioni dei sindaci dei paesi coinvolti
Il consigliere del Gruppo Misto, Claudio Cia, ha sottolineato che la misura sarà approvata dalla Giunta provinciale solo dopo il parere del Consiglio delle Autonomie Locali (Cal). Come già detto, saranno esclusi i comuni turistici e quelli con alta tensione abitativa come Trento, Arco, Riva del Garda e Canazei. Il contributo massimo di 80 mila euro sarà destinato a chi acquista o ristruttura una casa, con l‘obbligo di risiedervi per almeno dieci anni o di affittarla a canone agevolato. I sindaci dei paesi coinvolti sembrano accogliere positivamente la proposta.
Sul ‘Corriere della Sera’ si leggono le parole di approvazione di Roberto Oss Emer, sindaco di Pergine Valsugana e consigliere del Cal: “Quella della giunta è un’iniziativa positiva che approvo. Ma se non ci fossero richieste sufficienti nei comuni coinvolti, la Provincia dovrebbe considerare di allargare la misura anche alle frazioni”. Altri aggiungono che oltre alle abitazioni servono anche i servizi, come spiega Giacomo Redolfi, sindaco di Mezzana e consigliere del Cal: “Se vogliamo davvero invertire il trend dobbiamo accompagnare queste misure con provvedimenti per la coesione sociale e multiservizi per la popolazione. Difficile formare dormitori in montagna.”
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