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Alla scoperta dei tesori sommersi della Sicilia

Alla scoperta dei musei sottomarini della Sicilia, in 4 itinerari tra Egadi, Pantelleria, Ustica e Marzamemi: un paradiso per chi ama le immersioni

Nel blu di Ustica

Tra anfore, colonne, ancore, fino a veri e propri relitti, sono infiniti i tesori nascosti che custodisce il nostro Mediterraneo. Se un tempo questi reperti erano riservati ai soli archeologi subacquei e addetti ai lavori, un nuovo turismo sottomarino ha fatto sì che anche appassionati e curiosi possano visitare i “musei sommersi” sparsi in giro per l’Italia.

Proprio per questo nobile scopo, è nato Itinerari culturali subacquei in Sicilia, a cura della Soprintendenza del Mare, una serie di itinerari e parchi archeologici subacquei creati per glorificare il patrimonio sottomarino siciliano.

Sono ben 21 i percorsi archeologici creati nei fondali siciliani dalla Soprintendenza del Mare e dal suo ideatore, il compianto archeologo Sebastiano Tusa. Tutte le escursioni, sia di livello professionale che principiante, possono essere prenotate usando l’elenco dei diving center autorizzati segnalati sul sito della Soprintendenza.

Abbiamo scelto alcuni di questi percorsi subacquei per voi, per quattro itinerari in Sicilia che vi faranno provare l’emozione di immergervi, letteralmente, nella storia!

Itinerario 1 – Ustica

Il primo dei nostri itinerari ci porta a 67 km da Palermo, nella splendida isola di Ustica, facilmente raggiungibile dal capoluogo siciliano in aliscafo.

Paradiso dello snorkeling, i fondali di Ustica sono affascinanti ecosistemi colorati con spugne, alghe e pesci di scogliera. Come quello di Punta Gavazzi, un itinerario che si articola tra i 10 e i 24 metri di profondità, attraverso reperti di ancore di epoca romana e bizantina. L’immersione è facile, e i reperti della parte meno profonda possono essere raggiunti anche con semplice attrezzatura da snorkeling.

Simili reperti anche nell’immersione di Punta della Falconiera, il cui fondale presenta una parete rocciosa di 15 metri di profondità ricca di alghe, spugne e colorati pesci di scogliera. Proseguendo a circa 30 metri di profondità è possibile scorgere frammenti di ceramiche e ancore di epoca romana e bizantina.

Una volta esaurita l’escursione subacquea, vi consigliamo una pausa in uno dei molteplici ristorantini del paese di Ustica, per un romantico pranzo di pesce sulle terrazze vista mare. Da qui è facile, inoltre, prenotare un giro in barca dell’isola, per non lasciarvi scappare tutte le splendide grotte e calette nascoste, impossibili da raggiungere se non via mare!

Immersioni da non perdere:

  • Le ancore di epoca romana e bizantina di Punta Gavazzi
  • Le ceramiche e ancore di Punta Falconiera

Itinerario 2 – Pantelleria

Per chi ha intenzioni di fare molte immersioni, consigliamo l’isola di Pantelleria, dove sono ben cinque gli itinerari presenti, con livelli di difficoltà adatti ad ogni tipo di sommozzatore!

Il primo itinerario archeologico subacqueo è quello di Cala Gadir, dove i sub più esperti potranno fare una visita guidata attraverso i numerosi reperti del fondale, tra anfore, ceramiche e porzioni lignee di scafo. Tre altri itinerari monotematici si trovano anche a Punta Li Marsi e Punta Tre Pietre, dov’è possibile osservare ancore in metallo e pietra, antiche e moderne. Ultimo itinerario quello di Cala Tramontana: qui, superato un peschereccio moderno, vi troverete al cospetto di anfore puniche e greche, ancore e una macina litica.

Per concludere la giornata a Pantelleria all’insegna dell’archeologia, vi consigliamo di visitare anche la vicina Acropoli di Pantelleria, sulle colline di San Marco e Santa Teresa, il cui sistema idrico ben conservato è ancora perfettamente riconoscibile.

E, per finire, un bel piatto di Couscous Pantesco con un bicchiere di Passito da consumare in uno dei numerosi ristoranti della città di Pantelleria, magari con vista sul Castello Barbacane di epoca medievale, d’estate aperto anche la notte!

Immersioni da non perdere:

  • I reperti di Cala Gadir
  • Le ancore di metallo e pietra di Punta li Marsi e Punta Tre Pietre
  • Le anfore puniche e greche di Cala Tramontana

Itinerario 3 – Isole Egadi

Il terzo itinerario è dedicato ai sub più esperti, in possesso di un brevetto, e parte dalle Isole Egadi, a Levanzo, in Cala Minnola (in foto). Qui un immersione a 27 metri di profondità vi porterà al cospetto di un carico di ben 90 anfore, perduto da un relitto romano del I secolo.

Sempre a Levanzo, a Capo Grosso, a circa 28 metri di profondità, è possibile visitare il luogo dove le navi romane affondarono le cartaginesi nel 241 a.C.! Sul fondale ne rimangono ancora i ceppi d’ancora in piombo e persino un fregio di una nike alata.

Anche nella più turistica delle Egadi, Favignana, è presente un’immersione molto affascinante, quella del “relitto dei cannoni”. A nord di Punta Libeccio, a Cala Spalmatore, a 15 metri di profondità è stato difatti rinvenuto il relitto di una nave da guerra del ‘700, con i suoi nove cannoni corredati di palle. Probabilmente un brigantino pirata (forse francese) distrutto da un’esplosione.

Qualunque sia l’isola che avete scelto per la vostra immersione alle Egadi, vi consigliamo di concludere la visita con un bel tour in bicicletta dell’entroterra, sono tutte abbastanza piccole da permettervi di visitarle in giornata, prima di rientrare a Trapani o Palermo via aliscafo.

Immersioni da non perdere:

  • Il carico di 90 anfore di Cala Minnola (Levanzo)
  • I relitti delle navi cartaginesi di Capo Grosso (Levanzo)
  • Il “relitto dei cannoni” (Favignana)

Itinerario 4 – Marzamemi (per principianti)

Per chi preferisce visitare la Sicilia Orientale, segnaliamo i tesori di Marzamemi, un itinerario adatto anche ai principianti. Qui, a soli 7 metri di profondità, morbidamente adagiate su cespugli di posidonia, è possibile vedere delle colonne semilavorate di epoca romana. Con tutta probabilità provenienti dall’isola di Marmara (attuale Turchia), furono trasportate da un’imbarcazione in legno, della quale non è rimasta traccia, nel III secolo. I novelli sub potranno immergersi facilmente grazie a una catena fissata ad una boa, e visitare i reperti numerati e dotati di cartelli esplicativi sottomarini.

Il reperto delle colonne di Marzamemi è visitabile con un semplice equipaggiamento da snorkeling, e i più timorosi possono osservarlo “dall’alto” anche senza immergersi, basta dotarsi di maschera e boccaglio per riuscire a scorgerlo.

Una volta nei dintorni di Marzamemi, possibilmente dopo un pranzo in uno dei numerosi e caratteristici ristorantini di mare che la popolano, vi consigliamo di andare alla Riserva Naturale di Vendicari, dove visitare la seicentesca tonnara e concludere l’escursione con altro snorkeling, birdwatching o uno dei tre percorsi escursionistici proposti.

 

Immersione da non perdere:

  • Le colonne di epoca romana