Il vero volto di Giulio Cesare è stato scoperto a Terracina
A Terracina, in provincia di Latina, una statua ritrovata nell'antico teatro romano ha permesso di ricostruire il vero volto di Giulio Cesare
A Terracina durante la cerimonia ufficiale di inaugurazione del teatro romano è stata svelata anche una statua che presenta al mondo il vero volto di Giulio Cesare.
Al teatro romano di Terracina presentato il vero volto di Cesare
Terracina è una città laziale dalla lunga storia tanto che nel suo territorio sono state trovate anche testimonianze risalenti alla preistoria. È durante il periodo romano, però, che questa località raggiunge grande fama e splendore. Sino a prima dell’apertura del porto di Ostia, infatti, quello di Terracina era quello più importante e grazie a questo la città aveva commerci con tutto il Mediterraneo. La cittadina è formata da un nucleo più antico detto “città alta” dove sorge l’acropoli e una “città bassa” risultato di un’espansione avvenuta dopo le bonifiche dell’area. Proprio nella zona della città alta si trovava l’antico foro romano che era attraversato dalla famosa via Appia. In quest’area anni fa sono stati anche rinvenuti i resti del teatro romano e del foro Emiliano.
Il teatro è stato oggetto di lavori di restauro negli ultimi cinque anni durante i quali è venuta alla luce anche la testa di una statua di Giulio Cesare. Quello che colpisce della statua è come il volto sia stato scolpito in maniera davvero minuziosa tanto che risultano visibili sul viso anche i segni del tempo. Questo si rivela, quindi, come un ritratto davvero unico di Giulio Cesare. Il suo ottimo stato di conservazione ha permesso agli esperti di realizzare una ricostruzione fotografica del famoso condottiero romano. Il risultato di questa ricostruzione è stato presentato sabato 11 novembre durante una cerimonia di inaugurazione del Teatro. Durante l’evento nel maxischermo è stata mostrata la statua ritrovata e la ricostruzione avvenuta utilizzando moderni strumenti tecnologici. Dopo la cerimonia di inaugurazione il ritratto è stato posto nel vicino Capitolium insieme a quelli di Livia e Gaio.
Il progetto è stato diretto dal Soprintendente Francesco Di Mario che durante la cerimonia di inaugurazione ha spiegato come sono stati svolti i lavori per restituire alla città questo bellissimo sito. Le sue parole sono state riprese dall’ANSA: «È stata una grande emozione restituire questo Teatro alla sua Città, riunirlo finalmente al Foro. Un lavoro complesso, con la cavea che è stata riportata al suo aspetto originale riposizionando ciascuno dei blocchi calcarei, le sedute per gli spettatori, che nel corso del tempo erano stati asportati. Un Teatro straordinario per la sua interezza, che tra i tanti regali ci ha donato anche questo ritratto unico di Giulio Cesare, di cui sicuramente si parlerà nel mondo».
La ristrutturazione del teatro di Terracina
Il Teatro di Terracina è una testimonianza davvero unica nel suo genere. La sua struttura originale risalente a più di 2000 anni fa è stata recuperata e portata alla luce dopo quasi cinque anni di scavi archeologici. Il teatro, infatti, è stato a lungo coperto dalla costruzione delle case medioevali e poi ha subito i bombardamenti della Seconda guerra mondiale il 4 settembre 1943. Un time lapse ha permesso ai cittadini e hai presenti all’inaugurazione del sito di ammirare com’è cambiato nel tempo l’aspetto del teatro e del foro.
Alla cerimonia erano presenti le più importanti istituzioni come il Sindaco di Terracina, Francesco Giannetti, le autorità del Ministero della Cultura, i Rappresentanti della Regione Lazio, dell’Europarlamento e dei Sindaci dei Comuni vicini. Sempre all’ANSA il sindaco di Terracina Francesco Giannetti ha dichiarato: «Da cittadino prima ancora che da sindaco è stata una giornata che non si può dimenticare. La mia formazione da architetto mi permette di dire, senza tema di smentita, che il nostro Teatro è un gioiello prezioso e straordinario che va ad unirsi all’immenso patrimonio della nostra Città. Vedere questa piazza gremita, tutti uniti, segna una rinascita che non è solo del Teatro ma dell’intera comunità».
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