La storia dell'isola degli "asini alieni" in Italia
La storia degli "asini alieni" dell'Asinara, un'isola della Sardegna nota per la sua biodiversità unica e le sfide di conservazione ambientale
L’Asinara, un’isola di 52 chilometri quadrati al largo della Sardegna, è un tesoro di biodiversità unico nel suo genere. Questa piccola isola, che un tempo era una colonia penale, oggi si trova al centro di un delicato equilibrio tra la conservazione della natura e la crescente pressione turistica. Gli “asini alieni” dell’Asinara, con il loro aspetto distintivo, sono un simbolo di queste sfide. Mentre offre opportunità per lo sviluppo, la sfida principale resta la tutela del suo prezioso ecosistema.
Un paradiso naturale ricco di biodiversità
L’Asinara ospita un numero impressionante di specie endemiche, sia animali che vegetali. Tra queste, il gabbiano corso e il falco grillaio sono di particolare interesse per la conservazione globale. L’isola è anche dimora di molte altre specie di uccelli rari e vulnerabili, come il falco della regina, la berta maggiore e la sula.
Inoltre, sull’isola si trovano 31 specie di uccelli presenti solo in Europa e 39 in Stato di Conservazione Favorevole, tra cui la magnanina e la pernice nella loro variante locale. Anche il mondo dei rettili e degli anfibi è ben rappresentato sull’isola, con la raganella sarda, il rospo smeraldino e varie specie di testuggini e lucertole. Tra i mammiferi, si trovano il riccio, la crocidura rossiccia sarda, il mustiolo e il lagomorfo.
Gli asini bianchi dell’Asinara sono tra gli abitanti più distintivi e affascinanti dell’isola, spesso erroneamente considerati albini. La loro origine precisa è avvolta nel mistero. Alcune teorie suggeriscono che siano stati importati dall’Egitto dal Marchese di Mores nel secolo scorso, mentre altre ipotesi raccontano che siano giunti sull’isola a causa di un naufragio.
È anche plausibile che rappresentino una variazione naturale degli asini grigi presenti sull’isola, con l’albinismo che si è manifestato spontaneamente nel tempo. Questi asini, noti anche come “asini alieni” per il loro aspetto singolare, con manto chiaro e occhi di colore chiaro, sono un emblema della biodiversità locale. La loro consanguineità, dovuta al ridotto pool genico, ha portato a sfide in termini di fertilità e problemi di salute.
Nonostante queste difficoltà, gli asini bianchi rimangono un punto di grande interesse sia per i turisti che per gli studiosi, rappresentando un importante simbolo della conservazione dell’Asinara.
Una storia di isolamento e trasformazione
L’Asinara, il cui nome deriva dall’antico toponimo “Insula Sinuaria”, isola sinuosa, ha una storia ricca e complessa. Originariamente considerata l’isola di Ercole, divenne un importante punto di quarantena e una colonia penale. Durante la Prima guerra mondiale, l’isola ospitò prigionieri austro-ungarici, e successivamente divenne un sanatorio per la cura della tubercolosi e un carcere di massima sicurezza.
Negli anni Novanta, con la chiusura del carcere, l’isola fu trasformata in un Parco nazionale con annessa Area marina protetta. Gli animali, rimasti senza custodia, si sono diffusi liberamente, creando nuove sfide per la gestione dell’ecosistema. La proliferazione di asini, capre, cavalli e mufloni ha alterato l’habitat naturale, mettendo a rischio la vegetazione autoctona e le specie animali dipendenti da essa.
La sfida della conservazione e dello sviluppo turistico
L’Asinara rappresenta una sfida continua per le autorità che cercano di bilanciare la conservazione dell’ambiente con lo sviluppo turistico. Gli asini, ad esempio, sono diventati una popolare attrazione turistica, ma la loro presenza massiccia rappresenta un problema ecologico. I turisti sono spesso attratti dalle spiagge incantevoli e dalle calette esclusive, ma pochi comprendono il valore biologico dell’isola.
Le attività economiche sull’isola sono limitate, con poche strutture ricettive e alcuni bar e ristoranti. Il turismo culturale legato alla storia carceraria potrebbe essere una risorsa importante, ma richiede un’adeguata gestione. Alcune strutture, come l’ex diramazione centrale di Cala d’Oliva, sono state trasformate in musei, mentre altre, come l’edificio di Fornelli, sono ancora in stato di abbandono.
Le autorità stanno lavorando per promuovere un turismo sostenibile, con accessi contingentati e aree protette ben delimitate. Tuttavia, la pressione del turismo di massa dalla vicina Sardegna rappresenta una minaccia costante. La consapevolezza e l’educazione dei visitatori sono cruciali per preservare questo Eden senza eguali.
L’Asinara è un esempio emblematico delle difficoltà nel trovare compromessi tra la conservazione della natura e le esigenze economiche. Con oltre 2.000 capre, 700 mufloni, 500 asini e molti altri animali, l’isola richiede una gestione attenta e scientifica per garantire la tutela del suo ecosistema unico.
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