Siccità, sorpresa nel Po: dal fiume emerge una bomba inesplosa
A Borgoforte, in provincia di Mantova, è stata ritrovata sugli argini del Po in secca una grande bomba inesplosa risalente alla Seconda Guerra Mondiale
La siccità ha riportato alla luce un ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale: emersa dalle acque del Po in secca nei pressi di Borgo San Virgilio, nel mantovano, la bomba inesplosa è stata trovata per caso da alcuni barcaioli.
La bomba, dal peso di circa mezza tonnellata, è stata fatta brillare dal decimo Reggimento del Genio guastatori nel pomeriggio di domenica 7 agosto.
Dal Po in secca un maxi ordigno inesploso
La bomba è stata rinvenuta per caso da alcuni pescatori che si trovavano ad attraversare il tratto del Po nella zona di Borgoforte, in provincia di Mantova. Le acque del Grande Fiume, in secca in seguito alla peggiore crisi idrica degli ultimi 70 anni, nascondevano l’ordigno sin dalla Seconda Guerra Mondiale.
La bomba – del peso di mille libbre (circa 453 chili) per circa 120 centimetri di lunghezza – conteneva 240 chili di esplosivo ad alto potenziale, ed è stata perciò fatta brillare con il massimo delle precauzioni.
Viste la grandezza e la potenziale pericolosità del maxi ordigno, prima delle operazioni di disinnesco della bomba sono stati fatti evacuare persone e animali nel raggio di circa un chilometro e mezzo, ed è stata interdetta la navigazione del fiume per due chilometri a monte e a valle del ponte della ferrovia.
I militari del X reggimento del Genio guastatori di Cremona hanno quindi trasferito l’ordigno all’interno di una cava di ghiaia a Medole, a circa 45 chilometri dal luogo del rinvenimento, per poi procedere con il brillamento della bomba.
Il maxi ordigno, di fattura statunitense, era stato sganciato da un aereo durante la Seconda Guerra Mondiale ed era rimasto inesploso, sommerso dalle placide acque del Po, per i decenni a seguire.
La grave siccità che ha colpito quest’anno il Nord Italia ha prosciugato lunghi tratti del Po, rivelando oggetti e testimonianze che si credevano perduti per sempre: il maxi ordigno emerso nei pressi del ponte della ferrovia di Borgonovo è soltanto uno dei rinvenimenti avvenuti per caso lungo il corso del fiume negli ultimi mesi.
Gli altri ritrovamenti bellici nel Po
L’ordigno inesploso di Borgoforte non è il primo residuato bellico a emergere quest’anno dal tratto mantovano del Po. A soli cinquanta chilometri dal luogo in cui è stata ritrovata la bomba della Seconda Guerra Mondiale, è riaffiorato all’inizio della primavera un intero carro armato, anch’esso risalente agli anni del conflitto mondiale.
A differenza di quanto è avvenuto con il maxi ordigno di Borgoforte, però, di quel semicingolato tedesco gli abitanti di Sermide avevano memoria e ricordi piuttosto precisi: avvolto da racconti e leggende, il carro armato tedesco era ricercato da tempo, ma nessuno era riuscito a fotografarlo prima della siccità di quest’anno.
Alla stessa vicenda bellica risale anche il ponte di barche trovato poco lontano dal mezzo tedesco, che fino al 1944 servì da collegamento tra la sponda lombarda e quella veneta del Po, e che venne abbattuto dagli angloamericani proprio per bloccare i rifornimenti ai tedeschi.
A partire dal febbraio del 1944, il tratto mantovano del Po si trovò coinvolto in diverse vicende belliche: fu scenario di battaglie aeree e tragici bombardamenti, ma anche del passaggio di numerose truppe di terra durante le operazioni di ripiegamento dei tedeschi.
Il Museo della seconda guerra mondiale del fiume Po, che raccoglie la memoria degli eventi bellici che hanno segnato la storia del territorio, si trova non a caso a Felonica, lungo il tratto mantovano del fiume che continua a rivelare nuovi reperti legati al conflitto mondiale.
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