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Siccità in Sicilia, scatta l'allarme: bisogna portare via i pesci

In Sicilia l'allarme siccità sta diventando sempre più grave tanto che il prosciugamento dei bacini comporta anche il trasferimento dei pesci

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

L’aumento delle temperature e la scarsità delle precipitazioni sono solo alcuni dei sintomi del cambiamento climatico che sta colpendo il nostro pianeta. In particolare, in Sicilia la siccità sta mettendo a dura prova il territorio e arrecando problemi soprattutto a settori come agricoltura e allevamento. In questo contesto sembra emergere un altro problema riguardo i pesci che a causa degli invasi quasi vuoti rischiano di morire e di contaminare la poca acqua rimasta.

Sicilia, scatta l’allarme pesci

La grave siccità che sta interessando la regione Sicilia ora sembra arrecare un altro problema che è quello che riguarda i pesci. La questione non è solo la salvaguardia delle specie ma anche il fatto che se questi muoiono rendono la poca acqua rimasta contaminata. Ora in Sicilia moltissimi bacini sono sotto stretta osservazione così quando le acque scendono sotto dei livelli considerati “minimi” i pesci al loro interno devono essere portati via.

Ad esempio, per la diga del lago Ancipa sui monti Nebrodi il limite è di nove metri e mezzo, per quella di Ragoleto in provincia di Ragusa l’allarme scatta sotto i sei metri, mentre per il lago di Fanaco il limite è oltre i cinque metri e mezzo. Pietro Armenia, responsabile della ditta Macrostigma incaricata da Siciliacque di trasferire la fauna ittica a ‘La Repubblica’ ha spiegato: “Siciliacque e l’Autorità di bacino ci avvertiranno quando si arriverà in prossimità della quota d’acqua minima stabilita per la sopravvivenza dei pesci. Noi siamo pronti.”

Il trasloco della popolazione ittica avviene attraverso metodi volti a prevenire l’uccisione o il ferimento degli animali. Inoltre, prima del trasferimento vengono svolti anche tutti gli esami per garantire l’assenza di malattie infettive. Pietro Armenia sempre a ‘La Repubblica’ ha spiegato il procedimento: “Applicheremo la normativa sul benessere animale: verranno catturati mediante nasse e reti a parete, senza nodo. Questo per evitare che possano essere feriti durante il trasbordo. Prima dell’immissione nel nuovo invaso rilasceremo le certificazioni veterinarie sull’assenza di malattie infettive che potrebbero compromettere la coabitazione”. Gli ultimi a essere spostati solitamente solo i lucci, perché sono ritenuti i più sensibili al cambiamento.

Il problema siccità in Sicilia

Ormai da molto tempo la Sicilia sta combattendo contro il problema della siccità. La mancanza d’acqua ha, infatti, arrecato danni a diversi settori come l’agricoltura e l’allevamento dato che non c’erano risorse per abbeverare colture e animali. A questo si aggiunge il problema ambientale con, ad esempio, il lago di Pergusa che è stato dichiarato ufficialmente scomparso perché tutta l’acqua è stata prosciugata. Inoltre, in alcuni comuni l’acqua viene razionata. Soprattutto nella zona di Caltanissetta, infatti, sono stati attivati dei rifornimenti tramite cisterne che in alcuni avvengono solo una volta a settimana.

Alcune soluzioni per contrastare la situazione sono già pervenute da più parti. Il governo regionale ha presentato una mozione per vagliare l’utilizzo di una tecnica chiamata “cloud seeding”, ovvero stimolazione artificiale della pioggia. Questa è già usata in diversi paesi come gli Emirati Arabi Uniti dove piove molto poco ma anche in Messico e negli Stati Uniti. Un’altra speranza arriva dai Monti Iblei, un altopiano nella Sicilia sudorientale. Qui i ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia pare abbiano scoperto quella che potrebbe essere la più grande falda acquifera della regione.