Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Sassi e sabbia come souvenir da Rena Majore: multato turista in Sardegna

Un turista norvegese è stato fermato all'aeroporto con oltre 5 chili di materiale sottratto da uno dei litorali più incontaminati della Sardegna

Sardegna: vietato asportare la sabbia dalle spiagge

Un turista norvegese ha tentato di imbarcarsi all’aeroporto di Alghero portando con sé, nel bagaglio a mano, un sacchetto di sabbia e un grande sasso prelevati dalla spiaggia di Rena Majore, nel territorio di Aglientu, in Sardegna.

Nonostante la Legge Regionale del 2017 preveda multe da 500 a 3.000 euro per i “predatori” delle spiagge della Sardegna, i turisti sembrano non recepire fino in fondo l’accorato appello di istituzioni e associazioni sarde a tutela del territorio e del patrimonio naturalistico della regione.

Souvenir da Rena Majore

È stato scoperto all’aeroporto di Alghero mentre tentava di imbarcare, nel bagaglio a mano, un sasso dal peso di cinque chili e un sacchetto di sabbia, prelevati dal litorale di Rena Majore, nel nord della Sardegna.

Un turista norvegese diretto a Bruxelles è stato fermato dai funzionari dell’Agenzia Dogane e Monopoli e della Guardia di Finanza, che durante i controlli di routine hanno rinvenuto il “bottino” e segnalato la presenza di reperti marini nel bagaglio del turista – che rischia una multa fino a 3.000 euro.

Il fenomeno dell’asportazione di sabbia e conchiglie in Sardegna ha ormai da tempo assunto contorni e dimensioni preoccupanti, tanto che nel 2017 è stata istituita la Legge Regionale n.16, che vieta l’asportazione, la detenzione e la vendita di materiali prelevati sul litorale sardo senza regolare autorizzazione rilasciata dalle autorità competenti.

Per i turisti che sottraggono anche piccole quantità di ciottoli o conchiglie sono quindi previste multe che vanno da 500 a 3.000 euro.

Il turista norvegese multato ad Alghero aveva con sé un “ricordo” di Rena Majore, un’area della Sardegna nota per la natura incontaminata del litorale – che negli anni Sessanta fu battezzata, non a caso, Costa Paradiso.

Il nord della Sardegna è tra le aree che più soffrono l’abitudine dei turisti di portarsi a casa un “ricordo” in bottiglia delle vacanze sull’isola: uno studio del 2020 ha evidenziato come le spiagge dell’isola di Budelli, nell’Arcipelago della Maddalena, siano interessate da importanti processi erosivi, causati in buona parte proprio dalla pressione antropica dei villeggianti.

È soprattutto per questo motivo che molte spiagge della Sardegna sono state chiuse, in parte o del tutto, all’accesso dei turisti.

Sardegna: rubare sabbia è reato

Quella dell’asportazione illecita di materiali dalle spiagge della Sardegna sembra una piaga destinata a non finire, nonostante le importanti campagne di comunicazione e sensibilizzazione messe in campo da associazioni e istituzioni.

Soltanto pochi giorni fa sono stati riconsegnati alla spiaggia di Is Arutas 250 chili di granelli di quarzo sottratti dal litorale, una piccola parte delle circa 5 tonnellate di materiale che vengono ogni anno sequestrate dai turisti in partenza dalla Sardegna.

In quell’occasione Franco Murru, presidente dell’Associazione Sardegna rubata e depredata, aveva dichiarato ad ANSA: “Purtroppo il fenomeno dei furti di sabbia, sassi e conchiglie appare costante”.

Nonostante esistano campagne informative in ogni angolo di Sardegna, che si muovono anche sul web e sui social, molti dei turisti multati ogni anno dichiarano di non conoscere la legge regionale che ha reso illegale l’asportazione di “anche piccole quantità di sabbia, ciottoli, sassi o conchiglie provenienti dal litorale o dal mare”.

“Gentile amico, ospite della nostra isola”, si legge nella brochure informativa diffusa da Sardegna rubata e depredata, “osserva, tocca, annusa e godi di tutta la bellezza che ti circonda, scatta fotografie e conserva i ricordi nella tua mente, ma non portare via nulla con te!”.

Il patrimonio naturale della Sardegna non ha “la stessa bellezza e lo stesso significato” lontano dalla sua isola, e il prelievo di materiale costituisce un grave fattore di rischio ambientale per il litorale sardo.