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La Sardegna non trova più pastori: 100 in arrivo dal Kirghizistan

Alla luce delle difficoltà nel trovare manodopera in Sardegna nel settore della pastorizia, si lavora all'arrivo di 100 pastori dal Kirghizistan

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Pecore

La Sardegna fatica a trovare pastori per le sue aziende di allevamento e per questo (ma non solo) intende farne arrivare un centinaio dal Kirghizistan. L’accordo tra la Coldiretti regionale e l’ambasciata dell’ex repubblica sovietica è in via di definizione. L’obiettivo è duplice: sostenere un settore economico di grande tradizione ma in difficoltà a reperire la manodopera e combattere lo spopolamento delle zone interne della Sardegna, che sono anche il “cuore” della pastorizia sarda.

Perché sono stati scelti i pastori del Kirghizistan

Il motivo per cui gli allevatori sardi hanno deciso di stringere l’accordo proprio con i pastori del Kirghizistan è stato spiegato dal direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba in alcune dichiarazioni riportate dal ‘Corriere della Sera’.

Saba ha detto: “A Cagliari vive già una comunità di circa 2.000 kirghizi, prevalentemente donne che si dedicano al lavoro di badanti. Un noto ristoratore della città ha preso contatto con noi, riferendoci che laggiù non solo l’allevamento di pecore è una tradizione secolare ma ha molte caratteristiche comuni con quella praticata in Sardegna. I pastori sono abituati a spostarsi sul territorio con il bestiame e, per farlo, si servono di cavalli, esattamente come avviene da noi dove l’allevamento delle pecore è strettamente connesso a quello dei cavalli”.

Lo stipendio medio di un abitante del Kirghizistan, si legge ancora sul ‘Corriere della Sera’, non supera i 150 dollari al mese, mentre il contratto di partenza per un addetto alla pastorizia in Italia oscilla tra i 1.000 e i 1.400 euro netti.

La precisazione di Coldiretti Sardegna

In una nota pubblicata sul suo sito internet nella giornata di venerdì 22 settembre 2023, Coldiretti Sardegna ha tenuto a precisare alcuni punti in merito alla notizia emersa: per la chiusura del percorso di questo progetto pilota “sono necessari ancora alcuni passaggi con il Governo del Kirghizistan propedeutici alla presentazione del programma ai ministeri italiani competenti”.

Il percorso, ha chiarito ulteriormente Coldiretti, è ancora in fase di definizione negli ultimi dettagli ma è stato lanciato nelle scorse settimane con un primo incontro tra i vertici di Coldiretti Sardegna e l’ambasciatore del Kirghizistan in Italia Taalay Barzabeev, accompagnato da una sua rappresentanza. Il progetto è stato poi consolidato con la visita in Kirghizistan della delegazione Coldiretti Sardegna guidata dal presidente Battista Cualbu, il direttore regionale Luca Saba e il presidente di Coldiretti Cagliari, Giorgio Demurtas. Ora il percorso dovrà concretizzarsi con gli ultimi passaggi necessari a completare questo progetto di collaborazione.

Nei giorni scorsi è stato presentato alle autorità del Kirghizistan e, nello specifico, ai dirigenti del Centro per l’impiego del ministero del Lavoro, un progetto pilota di medio-lungo periodo che ha lo scopo di portare all’inserimento di lavoratori stranieri e delle loro famiglie, a seconda della domanda, con interventi in 3 distretti rurali: Sassari, Barbagie e Sarrabus, tramite l’aiuto di mediatori culturali. All’incontro deve seguire la firma di un accordo-protocollo tra il Centro per l’impiego kirghiso e Coldiretti stessa.

Tra gli obiettivi del progetto pilota c’è la fornitura di contratti di lavoro regolari presso alcuni imprenditori agricoli sardi e l’attivazione di processi finalizzati a favorire la possibilità di affittare a prezzi contenuti le case nei centri dove si svolgerà il lavoro grazie all’aiuto dei Distretti rurali.