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Epidemia di lingua blu in Sardegna: è scattato l'allarme

Coldiretti lancia l'allarme per l'epidemia in Sardegna di lingua blu, malattia che colpisce i ruminanti: centinaia di casi, allevatori in ginocchio

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Pecore Sardegna

La lingua blu sta dilagando su tutta la Sardegna: sono centinaia i casi conclamati sull’isola della malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti che rischia seriamente di mettere in ginocchio il settore degli allevatori.

Lingua blu in Sardegna: l’allarme di Coldiretti

Coldiretti ha lanciato l’allarme relativo ai tanti focolai di lingua blu registrati in Sardegna, definendo il quadro con “proporzioni devastanti” da Nord a Sud: “I focolai sono estesi in tutta la regione e dai pochi casi di qualche settimana fa a oggi la lingua blu nell’Isola sta raggiungendo proporzioni devastanti per gli allevamenti che scontano gravi perdite di animali e ingenti danni ai fatturati”.

In base a quanto riferito da parte dell’associazione, tra le zone più critiche della Sardegna, che ha già dovuto fare i conti con l’emergenza cavallette, c’è quella di Cagliari e provincia, dove la lingua blu non sta risparmiando né la costa orientale, né quella occidentale.

Coldiretti ha fatto inoltre sapere che “Dal Sulcis, dove erano stati registrati i primi focolai, ormai sono colpiti gravemente gli allevamenti di Iglesiente, dell’area di Guspini e di Arbus, per passare alla fascia del Campidano e arrivare sino al Sarrabus-Gerrei”.

Dall’associazione hanno riferito anche di “focolai in forte espansione nell’Oristanese, colpito in particolare nelle zone da Ghilarza a Cuglieri, da Sedilo a Bonarcado, passando per Paulilatino, San Nicolò Gerrei, Uras e Marrubiu”.

Problemi anche nella provincia di Nuoro la situazione è “in forte divenire con molti casi in via di accertamento anche nel Nuorese ma con casi già ampiamente conclamati in Baronia e in Ogliastra. Nel Nord della Sardegna resta la Gallura la zona con più focolai che hanno messo in crisi anche il settore bovino da carne per via del blocco alle movimentazioni”.

Cos’è la blue tongue

Sul sito ufficiale del Ministero della Salute, relativamente alla blue tongue, la lingua blu, si legge che è una “malattia infettiva non contagiosa dei ruminanti, trasmessa da insetti vettori ematofagi (culicoidi) causata da un RNA virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono 27 diversi sierotipi”.

E ancora: “Il ciclo biologico del BTV prevede la trasmissione da un animale a un altro attraverso la puntura degli insetti vettori, la cui riproduzione e la successiva deposizione di uova avviene in habitat con caratteristiche specifiche, come ambienti fangosi, naturali come pozze piovane, margini di corsi d’acqua e artificiali, come campi irrigati, scoli di abbeveratoi”.

La diagnosi di malattia, effettuata tramite esami di laboratorio può essere diretta quando evidenzia direttamente il virus o l’antigene virale, oppure indiretta, quando evidenzia gli anticorpi nei confronti del virus.

L’appello alle istituzioni

Battista Cualbu e Luca Saba, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti Sardegna, si sono rivolti così alle istituzioni, alla luce della crisi di lingua blu che dilaga ormai su tutta l’isola:

“Non sono serviti gli appelli che avevamo fatto già a inizio anno alla Regione per attivare tempestivamente un piano in vista di questa estate per la somministrazione dei vaccini e per sostenere gli allevatori per l’acquisto degli antiparassitari – si legge su ‘Unione Sarda’ – invece l’immobilismo degli assessorati dell’Agricoltura e della Sanità, in particolare, hanno portato a una situazione insostenibile per i nostri allevamenti, con gravi responsabilità”.