San Gavino Monreale, in Sardegna, è la patria della street art
Nel Sud Sardegna, San Gavino Monreale è diventato un punto di riferimento per la street art. E il merito va anche ad un artista sardo emigrato a New York.
San Gavino Monreale è un piccolo comune della Sardegna meridionale, con poco più di 8 mila abitanti e una storia antichissima. Già nel periodo prenuragico e nuragico, l’uomo ci viveva. Mentre della dominazione romana sono ancora oggi visibili i segni. Da qualche tempo, però, questo paesino della nuovissima provincia del Sud Sardegna è balzato agli onori della cronaca per la sua arte. Street art, per la precisione. In soli tre anni, un movimento artistico composto anche da personalità internazionali ha ridato vita alle sue mura. Le ha riempite di disegni e di colori, facendo di San Gavino Monreale meta per un turismo appassionato.
Circondato dai campi di zafferano, e vittima di un forte spopolamento a partire dagli anni Ottanta (stiamo parlando di una delle province più povere d’Italia, ad alto tasso di disoccupazione), San Gavino è un luogo quasi straniante. Sembra semi-abbandonato, eppure pieno di vita. E il merito è tutto della street art. Sono infatti oltre 40 i disegni che si possono ammirare nel paese, grazie anche all’iniziativa di un’associazione culturale – SKIZZO – nata però solamente nel 2017, quando la gran parte dei disegni era già stata realizzata. Prevalentemente per mano di artisti della zona, ma alcuni anche da street artist internazionali. Tutti insieme, a comporre un percorso straordinario che – oggi – può essere vissuto attraverso tour guidati.
Gabriel Moreno, Spaik, Ericaeilcane sono arrivati qui, in questo sperduto angolo d’Italia, per dare il loro contributo a un’iniziativa rara. E ad un moderna celebrazione della bellezza. Tutto ebbe inizio nel 2013, quando venne realizzato un murales in ricordo di un ragazzo scomparso, Simone “Skizzo” Farci. A dipingerlo fu Giorgio Casu, artista sardo emigrato a New York che ha dipinto persino un ritratto di Obama esposto alla Casa Bianca. Ogni estate, al suo ritorno in Sardegna, Casu (che nell’ambiente si fa chiamare “Jorghe”) regala a San Gavino Monreale una sua opera. E come lui, negli anni, hanno fatto molti. Alcuni dipingendo muri messi a disposizione del Comune, altri dipingendo le facciate delle case messe “donate” dagli abitanti. Dando vita a un’immensa opera d’arte a cielo aperto, che magari non servirà a combattere lo spopolamento di una delle tante zone rurali d’Italia, ma che sicuramente celebra la vita. Nel più creativo dei modi.
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