Roma, dopo i cinghiali adesso è allarme lupi: cosa sta succedendo
Come se non bastasse l'emergenza cinghiali, ora a Roma si parla di allarme lupi: cosa sta succedendo nell'area nord della Capitale, ma non solo
A Roma non c’è solo l’emergenza cinghiali: a preoccupare, ora, sono i lupi, arrivati a pochissimi chilometri da Labaro e Prima Porta, quartieri a Nord della Capitale.
Lupi a Roma: cosa sta succedendo
Come si legge su ‘Il Messaggero’, una quarantina di lupi gira tra Formello, Sacrofano e Campagnano di Roma, avvicinandosi pericolosamente anche all’area più urbanizzata della città.
Tra i lupi e i cinghiali sarebbe in corso una lotta per la sopravvivenza: i cinghiali, infatti, si stanno mangiando di tutto e, così, i lupi sono costretti a muoversi perché sempre più affamati e si fiondano sulle capre, le pecore, le galline e le oche presenti negli allevamenti della campagna romana.
La mossa del Parco di Veio
La mossa del Parco di Veio non si è fatta attendere: è stato messo in piedi un piano di monitoraggio con fototrappole per capire dove si stanno spostando i lupi e ha allestito alcune reti per evitare che attacchino il bestiame. In alcuni allevamenti, inoltre, sono stati forniti cani da pastore, maremmani, appositamente addestrati per allontanare eventualmente i lupi.
La situazione lupi nelle altre aree vicino Roma
Non è solo l’area del Parco di Veio a dover fare i conti con la presenza dei lupi. Altre colonie, infatti, sono presenti nell’oasi di Castel di Guido, ai Castelli Romani e in zona Malafede.
La situazione lupi nel resto dell’Italia
Nelle ultime ore è la città di Roma a dover fare i conti con la presenza dei lupi alle sue porte, ma nel recente passato anche altre aree d’Italia hanno vissuto una situazione simile.
Nello scorso mese di febbraio, per esempio, si era registrato un boom di avvistamenti di lupi tra Superga, Marentino e San Mauro, una piccola cittadina a meno di 8 chilometri da Torino. In quell’occasione, l’esperto Luca Giunti aveva spiegato a ‘La Stampa’: “Ormai gli spazi delle Alpi occidentali sono saturi di lupi che hanno già iniziato a scendere e insediarsi sulle colline, come nella zona di Superga, Marentino, Montaldo e verso l’Astigiano per esempio. Adesso inizieranno ad attaccare animali da cortile e da affezione, non solo quelli che predano nei boschi. Lo dico non per creare allarmismo, ma perché tutti ne siano consapevoli. Anche nelle zone collinari del Torinese il lupo costringerà a cambiare le abitudini non solo degli allevatori ‘professionisti’”.
Sempre nello stesso mese di febbraio, ma pochi giorni prima che il caso montasse a Torino, era scattato l’allarme lupi a Rimini, dove diversi lupi sono stati avvistati nel giro di poco tempo nella provincia, anche vicino a località balneari nei pressi del mare.
A metà gennaio scorso, la Lipu aveva informato su ‘Facebook’: “Il lupo non rappresenta un pericolo per la nostra incolumità. Il lupo teme l’uomo e il suo principale adattamento per evitare gli incontri con la nostra specie è quello di muoversi prevalentemente di notte. La sua elusività va rispettata e tutelata, è da evitare quindi, per qualunque motivo, l’alimentazione diretta e la messa a disposizione di materiale organico di qualsiasi genere. Quando usciamo a passeggiare con i nostri cani è importante tenerli al guinzaglio. In tal caso anche loro non correranno alcun pericolo”.
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