Ritrovata lettera di D'Annunzio rubata 10 anni fa: la sua storia
Una lettera scritta a mano da Gabriele D'Annunzio nel 1926 che era stata rubata dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma è stata ritrovata
I Carabinieri della sezione Antiquariato del reparto operativo del comando Tutela patrimonio culturale hanno ritrovato nel Lazio una lettera scritta a mano da D’Annunzio. L’epistola è stata scritta nel 1926 ed era stata trafugata dalla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma più di 10 anni fa.
Ritrovata lettera scritta da D’Annunzio e trafugata anni fa
Gabriele d’Annunzio (1863 –1938), soprannominato il Vate, è stato un famoso scrittore, poeta, politico, e patriota italiano, simbolo del decadentismo e importante figura durante gli anni della Grande Guerra. Presso il Vittoriale, dimora costruita dallo stesso D’Annunzio, e presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma sono conservate diverse opere e raccolte del famoso scrittore italiano. Nel 2012, però, una lettera tra quelle conservate alla Biblioteca di Roma era stata trafugata e di questa si erano purtroppo perse le tracce. Si trattava di pagine scritte a mano dal Vate datate 18 novembre 1926 e indirizzate “Al caro amico” Giovanni Rizzo.
In questi giorni il Ministero dei Beni Culturali ha condiviso un comunicato in cui ha annunciato che i Carabinieri della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo del Comando Tutela Patrimonio Culturale (TPC) hanno recuperato la lettera in questione. La missiva è stata sequestrata dalle Forze dell’Ordine grazie ad un continuo monitoraggio delle pagine destinate alla compravendita di opere d’arte. Ne era in possesso, infatti, un collezionista privato di Viterbo, che aveva messo in vendita la lettera su un sito web dedicato. L’uomo ha dichiarato di aver acquistato qualche anno fa questa missiva al mercato dell’antiquariato di Roma. Grazie al lavoro dell’Arma dei Carabinieri è così stato impedito che questo scritto dannunziano venisse nuovamente perso nel mercato dei collezionisti.
Il contenuto della lettera scritta da D’Annunzio
La lettera in questione è composta da 3 fogli di colore avorio che presentano tutti l’intestazione con logo “SQVADRA DI SAN MARCO – TI CON NV, NV CON TI”.
Sebbene la busta non sia ancora stata ritrovava si sa che la lettera è indirizzata a Giovanni Rizzo, stretto amico di D’Annunzio e nelle pagine viene annunciato l’arrivo a Modane (in Savoia) del dottor Michele Mendelsohn che porta al poeta italiano degli oggetti da Parigi. Scrive D’Annunzio: “Le accludo un telegramma con le indicazioni dell’arrivo, a Modane, del dottor Michele Mendelsohn, mio amico medico di Parigi il quale viene a trovarmi; e mi porta alcuni oggetti d’arte appartenenti alla mia casa parigina, rimasti ancora là. Essi sono destinati al Vittoriale degli Italiani”.
La conferma dell’originalità dell’articolo è avvenuta in seguito a un lavoro di comparazione eseguito grazie all’attività di catalogazione, digitalizzazione e inventario che la Biblioteca aveva eseguito anni fa. Le immagini della lettera dopo il furto erano state inviate al Comando TPC e inserite all’interno della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”. Questa “banca di beni culturali” è un grande database di articoli censiti, digitalizzati e poi rubati.
Una volta confermata l’originalità si è proseguito anche con un’analisi del manoscritto dannunziano ad opera degli archivisti. Gli esperti della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma hanno appurato che il documento presenta delle piccole manomissioni. Chi lo ha trafugato infatti ha cercato di cancellare i timbri a inchiostro e la numerazione dell’inventario che era stata posta dalla Biblioteca.
Le dichiarazioni sull’operazione
La squadra dei Carabinieri che ha recuperato la lettera era guidata dal tenente Martina De Vizio che ha ricevuto i complementi dal Ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano. Le parole di soddisfazione sono state riportate nel comunicato stampa del Ministero:
“Un plauso va ai Carabinieri del Tpc che, grazie al lavoro, alla tenacia e alle tecniche investigative all’avanguardia utilizzate, sono una vera e propria eccellenza dell’Italia, invidiata da tutto il mondo. Il nostro grazie agli uomini e alle donne guidati dal Generale Vincenzo Molinese per il servizio reso quotidianamente alla Nazione”.
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