Se non è così non può chiamarsi Gianduiotto
Ecco quali sono i criteri per la produzione del vero “Gianduiotto di Torino”, il cioccolatino piemontese che è ormai diventato famoso in tutto il mondo
La Camera di Commercio di Torino in collaborazione con alcuni artigiani del cioccolato piemontese sta lavorando ad un disciplinare per richiedere l’istituzione del marchio IGP per il gianduiotto. Quest’iniziativa servirà non solo a salvaguardare ma anche a valorizzare questo dolce che è uno dei simboli della città di Torino.
Come riconoscere il vero gianduiotto di Torino
Il gianduiotto (o giandujotto) è un parte della tradizione dolciaria piemontese ed è ormai un prodotto conosciuto in tutto il mondo. Per questo motivo la Camera di Commercio di Torino ha deciso di richiedere l’istituzione del marchio IGP per questo speciale cioccolatino.
Per ricevere questo marchio dall’Unione Europea si è però dovuto redigere un disciplinare per regolamentare il prodotto. Prima di tutto per poter definirsi “Gianduiotto di Torino” è necessario che il cioccolatino abbia la forma a «givò» un termine dialettale piemontese che significa mozzicone di sigaro. L’ingrediente più importante è la pasta di nocciola Piemonte IGP che deve costituire dal 30 al 45 per cento del peso del prodotto.
Ogni pezzo dovrà, poi, avere un peso tra i 4 e 18 grammi e il prodotto potrà essere lavorato a mano, con gli stampi o con appositi macchinari. La qualità dei gianduiotti, infatti, è garantita dalle materie prime utilizzate. Assolutamente proibito l’uso di latte in polvere così come quello di vanillina o altri edulcoranti.
Molto rigidi anche i criteri di confezionamento. Il gianduiotto, infatti, dovrà essere incartato, a mano o a macchina, con un foglio di alluminio accoppiato.
Per rispettare la regolamentazione il gianduiotto dovrà essere prodotto nel territorio piemontese. Nonostante questo sia un prodotto simbolo di Torino, il gianduiotto viene ora prodotto da artigiani anche nelle province di Cuneo e Asti ma anche in città piemontesi più piccole.
La storia del gianduiotto
Il gianduiotto sembra essere nato ad inizio Ottocento quando Giovanni Martino Bianchini inventa un macchinario che mescolando cacao, acqua, zucchero e vaniglia, produce il primo cioccolatino.
Purtroppo, però, il cacao che era l’elemento principale di questo nuovo dolcetto inizia a scarseggiare a causa di un blocco navale imposto da Napoleone. L’imperatore francese, infatti, proibì agli inglesi che erano grandi commercianti di cacao di approdare in territori posti sotto il controllo francese.
Questa situazione però non scoraggiò i piemontesi che erano diventati amanti del gianduiotto e decisero di rivedere la ricetta. Fu, quindi, proposto di integrare il cacao con la nocciola, un prodotto non solo molto popolare in questo territorio, ma anche facilmente reperibile e dai prezzi accessibili. L’impasto fu poi perfezionato nel tempo fino a giungere alla creazione di questo ottimo cioccolatino.
Da questa idea è nato poi il gianduiotto piemontese che ora è insieme alla Nutella uno dei prodotti dolciari italiani più famosi.
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