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Quanto costa mantenere un figlio in Italia e chi sono i "Dink"

Quanto costa mantenere un figlio in Italia dalla nascita fino alla maggiore età e cos'è il fenomeno dei "Dink" tornato alla ribalta negli ultimi anni

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Coppia con figlio

Crescere un figlio, in Italia, costa sempre di più, anche se le differenze con altre Nazioni, Stati Uniti su tutti, restano ancora marcate. E nel nostro Paese cresce il numero di coppie con doppio stipendio senza prole.

Quanto costa crescere un figlio in Italia

Il costo stimato per crescere un figlio in Italia fino ai 18 si aggira sui 175.000 euro: cifra in crescita ma lontana da altri Paesi. Secondo uno studio condotto dalla Brookings Institution, negli Stati Uniti d’America una famiglia con reddito medio spende poco più di 310.000 dollari per crescere un figlio nato nel 2015 fino all’età di 17 anni. La cifra scende a 233.610 secondo le stime del Dipartimento dell’Agricoltura in America, senza però tenere conto degli effetti dell’inflazione.

In Italia, in base a quanto emerso da una ricerca dell’Osservatorio di Federconsumatori, il costo per una famiglia è di rica 7.000 euro l’anno per crescere i propri figli fino alla maggiore età. Andando ad analizzare circa 150 voci diverse, è stato rilevato che all’aumentare degli anni corrisponde anche un incremento delle spese.

Fino ai tre anni di età, infatti, per un figlio si spendono tra i 10.000 e i 25.000 euro, mentre dai quattro ai cinque anni la cifra varia tra i 10.000 e i 27.000 euro. Durante le scuole elementari si spendono dai 28.000 ai 48.000 euro, mentre tra i dodici e i diciotto anni la spesa stimata è compresa tra i 45.000 e i 74.000 euro.

Un discorso a parte meritano i costi che una famiglia deve sostenere durante il primo anno di vita di un bambino: a incidere ci sono anche le spese che riguardano la preparazione alla nascita, comprese tra i 5.600 e i 19.300 euro e variano a seconda delle disponibilità economiche di una coppia.

A differenza di altri Paesi, in Italia l’assistenza medica negli ospedali pubblici è coperta dal Sistema Sanitario Nazionale e ci sono anche corsi prenatali gratuiti per gestante e partner: a prescindere da ciò, una coppia può decidere di sostenere alcune visite in maniera privata, una soluzione che fa lievitare le spese.

Chi sono i “Dink”

Da qualche anno a questa parte sul territorio nazionale è tornato in voga il fenomeno dei “Dink” parola che indica coppie con un doppio stipendio ma senza figli (double income, no kids). Il termine venne coniato negli anni Ottanta e fa riferimento a una coppia che decide di posticipare la scelta di avere figli per un determinato periodo, a volte anche rinunciandovi del tutto, al fine di potersi dedicare alla carriera professionale.

Il fenomeno dei “Dink” risulta in crescita, soprattutto tra i giovani: sono diverse le coppie che adottano questo stile di vita per godere di una maggiore libertà economica e dedicarsi a passioni, progetti di carriera. Di questo tipo di struttura familiare esistono anche delle varianti: spesso dietro la decisione di posticipare la nascita di un figlio possono esserci anche delle motivazioni ideologiche come l’ambientalismo e la sovrappopolazione.

Nel frattempo, stando agli ultimi dati Istat, in Italia si fanno sempre meno figli: a luglio del 2024 si è registrato un calo delle nascite del 3,4% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il numero medio di figli per donna è sceso, arrivando 1,20 quando nel 2022 era a quota 1,24. Le previsioni per il futuro non sono incoraggianti sul fronte delle nascite: nel 2045 si stima che le coppie senza figli supereranno quelle con bambini.