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Quanto costa mangiare al ristorante in Italia: aumentano i prezzi

I dati resi noti dall'Istat hanno mostrato un aumento dei prezzi al pubblico nel settore della ristorazione: ecco quanto costa mangiare al ristorante

Conto ristorante

In un periodo di rincari generalizzati, dall’energia ai beni alimentari, non sorprende che anche mangiare al ristorante sia diventato più caro per le famiglie italiane.

A certificare questo dato è stato l’Istat: l’Istituto Nazionale di Statistica, nel mese di settembre 2022, ha reso noti i prezzi al pubblico del settore della ristorazione, cioè bar, ristoranti, pizzerie, etc. I dati Istat sono stati commentati anche da Fipe-Confcommercio, che solo pochi giorni fa aveva criticato duramente le “aggressive campagne di promozione lanciate da piattaforme di prenotazioni online che promettono sconti del 50%”.

Ristorazione in Italia: l’aumento dei prezzi

i prezzi al pubblico della ristorazione, stando ai dati comunicati dall’Istat, hanno fatto registrare nel mese di settembre 2022 un aumento dell’1% rispetto al mese precedente e del 5,9% se paragonati allo stesso periodo del 2020. Nonostante la conferma del trend al rialzo, l’aumento registrato nel nostro Paese rimane al di sotto del tasso di inflazione generale, assestatosi su un +8,9% rispetto al 2021.

L’ufficio studi di Fipe-Confcommercio, commentando attraverso una nota i dati sull’inflazione del mese di settembre diffusi dall’Istat, ha sottolineato: “A settembre 2022 i prezzi della ristorazione fanno registrare una variazione dell’1% rispetto al mese precedente e di +5,9% rispetto allo stesso mese di un anno fa, mantenendosi abbondantemente al di sotto dell’inflazione generale che arriva a +8,9%. La ristorazione italiana, anche nel confronto europeo sulla base dell’indice armonizzato dei prezzi del mese agosto, mostra segni di forte moderazione collocandosi, tra i 27 Paesi dell’Unione, al quart’ultimo posto per intensità di aumento dei prezzi. La dinamica inflazionistica della ristorazione mostra una certa difficoltà delle imprese a gestire la fase di aggiustamento dei listini resa necessaria dall’aumento straordinario dei costi dei prodotti alimentari e soprattutto dell’energia“.

La nota della Fipe contro le promozioni che svendono la ristorazione

La stessa Fipe-Confcommercio, lo scorso 14 ottobre, si era scagliata contro la scontistica prevista da campagne di promozione lanciate dalle piattaforme di prenotazioni online di ristoranti.

La nota di Fipe-Confcommercio si apre così: “Le aggressive campagne di promozione lanciate da piattaforme di prenotazioni online che promettono sconti del 50% rischiano di aggravare ulteriormente la grave crisi che attraversa la ristorazione italiana prima per effetto dei tanti lockdown imposti dalla pandemia e ora per l’aumento vertiginoso e inarrestabile dei costi dell’energia che stanno distruggendo i conti economici delle imprese“.

Nel comunicato si legge ancora: “Mentre i ristoranti si trovano a fronteggiare la corsa dei costi nel difficile esercizio di allinearli ai listini, partono mirabolanti campagne promozionali che lanciano a consumatori e imprese un messaggio fuorviante e pericoloso allettando i primi con il miraggio del risparmio e illudendo i secondi di poter salvaguardare la redditività delle proprie imprese”.

Fipe ha anche rllanciato nei giorni scorsi la lotta agli sprechi alimentari, sottolineando che, anche grazie al progetto “Rimpiattino” della stessa Fipe, sono sempre di più “i locali che non solo danno la possibilità ai clienti di portare a casa il cibo che non consumano, ma invitano espressamente i clienti a farlo, per far superare loro remore e imbarazzi”. Il presidente della Federazione italiana Pubblici esercizi, Lino Enrico Stoppani, ha commentato: “Le persone che si sentono in imbarazzo al momento di chiedere quella che una volta veniva impropriamente definita Doggy Bag sono sempre meno”.