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Perché i treni in Italia costano fino al doppio degli aerei

Una ricerca condotta da parte di Greenpeace rivela che in Italia i prezzi dei biglietti dei treni costano il doppio di quelli degli aerei: i motivi

Treni in Italia

In Italia i treni arrivano a costare anche più del doppio rispetto agli aerei: lo rivela Greenpeace che ha condotto una ricerca confrontando i prezzi dei biglietti ferroviari e aerei in Europa e nel nostro Paese.

Biglietti dei treni e degli aerei: la differenza

Secondo l’analisi di Greenpeace, in Italia un viaggio in treno è due volte e mezzo più caro di uno in aereo: questo dato pone la Penisola al quinto posto nella classifica europea delle Nazioni con la differenza più alta tra i costi delle due modalità di trasporto.

Sono state prese in esame 15 tratte italiane: di queste ben 13 prevedono biglietti aerei più economici dei corrispettivi biglietti ferroviari. Greenpeace propone anche degli esempi pratici che aiutano a comprendere il fenomeno con maggiore chiarezza: per viaggiare da Roma a Parigi i biglietti dei voli si trovano a partire da 29 euro, mentre per fare lo stesso percorso in treno, il costo minimo è di 73 euro ma alcuni biglietti superano anche i 200 euro.

La situazione è molto simile per quanto riguarda un’altra tratta: quella che va da Roma, eletta una delle mete preferite dai turisti stranieri per le vacanze in Italia, e arriva a Vienna: viaggiare dalla Città eterna alla Capitale dell’Austria in treno può costare fino a 10 volte in più rispetto all’aereo.

Altri esempi che riguardano viaggi: raggiungere Colonia partendo da Venezia, indicata come una delle migliori città da visitare a piedi, costa in treno 2,2 volte in più del biglietto di un aereo. La tratta che va da Milano a Lussemburgo, invece, su rotaia costa il triplo che in volo.

Perché in Italia costano più i treni che gli aerei

Ma quali sono le cause di questa profonda differenza di prezzo tra i biglietti dei treni in Italia e quelli degli aerei? Secondo Greenpeace il gap è dovuto in primis per i diversi obblighi fiscali dei due sistemi di trasporto. Le compagnie aeree, infatti, al giorno d’oggi non devono pagare l’imposta sul cherosene e nemmeno l’Iva sui voli internazionali, mentre le compagnie attive nel campo del trasporto su rotaia devono pagare le imposte sull’energia, l’Iva e in alcuni casi anche dei salati pedaggi ferroviari.

Federico Spadini, referente di Greenpeace Italia, ha commentato così la situazione: “L’industria dell’aviazione è uno dei settori più dannosi per il clima – le parole di Spadini riportate da Open – le compagnie aeree possono offrire biglietti a prezzi stracciati perché beneficiano di vantaggi fiscali che spingono i cittadini europei a scegliere i mezzi più inquinanti per viaggiare”.

A tal proposito Greenpeace, insieme ad altre associazioni ambientaliste, chiede a gran voce ai vari Governi europei di intervenire al fine di rendere il trasporto ferroviario più conveniente per tutti i cittadini. Tra le soluzioni proposte per raggiungere questo obiettivo c’è il climate ticket, un biglietto a lungo termine che è valido su tutti i mezzi pubblici di trasporto di una Nazione.

Il climate ticket è già stato sperimentato in Germania con successo, grazie all’introduzione di un biglietto del costo di 9 euro che in tre mesi ha fatto registrare il numero record di 52 milioni di abbonamenti.