Perché la cucina calabrese è la migliore per il NYT
E' in Calabria la cucina migliore d'Italia. A dirlo è il New York Times, che l'ha selezionata tra le mete imperdibili del 2017
La Calabria è una delle mete imperdibili del 2017, in particolare per la sua cucina. A dirlo è il New York Times, che l’ha inserita nella classifica annuale come unica destinazione italiana tra le 52 selezionate in tutto il mondo, Secondo il quotidiano statunitense, “alcuni dei piatti migliori in Italia non si trovano a Roma o in Toscana, ma in Calabria”.
Il New York Times sottolinea come i sapori tipici della punta dello stivale italiano – al 37° posto della classifica – si stiano imponendo nel settore enogastronomico mondiale, soprattutto grazie ad attività come il “Ristorante Dattolo” di Strongoli, il “Ristorante Ruris” di Isola Capo Rizzuto e “Antonio Abbruzzino” a Catanzaro.
La Calabria entra a pieno titolo tra le mete da visitare nell’anno appena cominciato, per le eccellenze agroalimentari tipiche della terra dei due mari, in primis il bergamotto e la ‘nduja, il piccantissimo salame spalmabile famoso in tutto il mondo.
Ad aver conquistato i critici del NYT è stata soprattutto l’attenzione all’agricoltura biologica e la valorizzazione dei vitigni autoctoni, che caratterizzano la cultura enogastronomica di questa regione.
Quella calabrese è una cucina povera, che ha origine nel mondo contadino e ama esaltare e preservare i profumi e i sapori della terra e del mare.
Scopriamo, dunque, tre delle ricette di questa antica tradizione culinaria, incoronata la migliore d’Italia:
Lagane e ciciari ara cusentina. Tagliatelle tipiche della provincia di Cosenza, sono impastate solo con acqua e farina. Una volta bollite in acqua salata, vengono condite con un soffritto di olio, aglio, peperoncino e ceci, lessati a parte.
Frittole e curcuci. Piatto tipico della città di Reggio Calabria, è realizzato con le costine e le parti meno nobili del maiale (come collo, guancia, rognoni, muso, lingua, orecchie, pancia), messe a bollire a fuoco lento per almeno 6 ore in capienti pentole di rame, foderate di cotenna. I piccoli pezzi di carne rimasti sul fondo della pentola, insieme alla sugna e alla cotenna solidificate, vengono recuperati e prendono il nome di “curcuci”, che possono essere conservati e utilizzati per insaporire altri piatti, come ad esempio la polenta con i broccoli.
‘Nzuddha o Mostacciolo calabrese. Tipiche delle sagre e delle feste popolari, le ‘Nzuddhe sono dolci originari di Soriano Calabro. Si tratta di biscotti non lievitati, a base di farina, miele e mosto di vino, realizzati nelle forme più svariate, principalmente antropomorfe e zoomorfe.
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