Oricalco, l'Oro di Atlantide scoperto a Gela
Esposti i lingotti del tesoro scoperto nei fondali del mare della Sicilia
A Palermo sono stati esposti, per un’intera mattinata, gli ottanta lingotti dell’Oricalco scoperto da un sub dilettante e recuperati tra il 2014 e il 2017 nel mare di contrada “Bulala”, ad est del petrolchimico di Gela, comune in provincia di Caltanissetta.
Un vero e proprio tesoro che è stato ribattezzato nei modi più svariati: alcuni lo hanno chiamato “oro di Atlantide“, altri “rame della montagna“, e ancora “rame dorato” o “metallo candido“. Sono dei lingotti di un metallo pregiato, l’Oricalco, che nell’era arcaica rappresentava un bene molto prezioso e per valore commerciale si posizionava al terzo posto dietro all’oro e all’argento.
Il mare di Gela ha custodito i lingotti per oltre 2600 anni, fino alla grande scoperta realizzata dal sub dilettante Francesco Cassarino insieme ai volontari dell’associazione ambientalista “Mare Nostrum“, a pochi metri dal litorale della contrada “Bulala“. Quella zona non è nuova a scoperte di tale levatura: in passato, infatti, proprio in quei fondali sono stati rinvenuti i relitti di tre navi arcaiche.
Nella stessa zona della Sicilia venne ritrovata anche una macina perfettamente conservata in pietra lavica e legno, oltre ad una statuetta ex voto di circa 30 centimetri che raffigura la dea Demetra. L’Oricalco è stato esposto nella mattinata dello scorso 20 gennaio nell’arsenale della Real Marina, a Palermo, in occasione dei compiti istituzionali e delle attività di ricerca per lo studio e per la valorizzazione del patrimonio culturale sommerso.
Un’iniziativa, quella promossa dalla Soprintendenza del Mare, intitolata “Tra mito e scienza” e che ha proposto i risultati di uno studio archeometrico effettuato sui lingotti di oricalco: indagini chimico-fisiche approfondite e all’avanguardia. Uno studio portato avanti per verificare il collegamento con il mito di Atlantide, seguendo le parole di Platone che indicò il “prezioso metallo orichalcum” come materiale usato per la copertura della città mitologica.
Le indagini sono state coordinate dal professor Eugenio Caponetti ed eseguite presso diversi laboratori, sia in Italia che all’estero. I risultati ottenuti sono stati illustrati ad un vasto pubblico che comprendeva studenti del Liceo scientifico e linguistico Elio Vittorini e del 2 Circolo didattico. Insieme ai lingotti di oricalco, sono stati esposti anche due antichi elmi corinzi recuperati nei fondali del mare di Gela.
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