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Le nuove specie aliene presenti nel Mar Mediterraneo

Sono tante le nuove specie aliene del Mar Mediterraneo: come sono arrivate nelle acque italiane e quali sono i rischi per l'ecosistema marino

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Una noce di mare

Da tempo l’Italia deve fare i conti con la presenza di tante specie aliene che hanno invaso il Mediterraneo e mettono a repentaglio l’equilibrio naturale del nostro Paese. Alcune sono arrivate ormai da anni, mentre altre sono più recenti.

Le nuove specie aliene del Mar Mediterraneo

Una delle specie aliene arrivate da poco nei mari italiani è la Sinanodonta Woodiana, conosciuta meglio come “vongola cinese“: la sua presenza è stata certificata per la prima volta all’inizio del 2025 su una delle sponde del lago di Carlantino, in Puglia.

Proveniente dall’Asia, questa vongola gigante avrebbe invaso una quindicina di stati europei; il suo arrivo in Italia potrebbe essere avvenuto attraverso l’introduzione di pesci di allevamento, visto che le larve della Sinanodonta Woodiana vivono in stato parassitario sulle pinne pettorali di diversi pesci, su tutti le carpe. Essendo altamente riproduttive, le “vongole cinesi” si diffondono in maniera molto rapida e una volta raggiunto il proprio habitat, si lasciano cadere sul fondo melmoso dove iniziano a vivere liberamente.

Altra specie aliena che si è diffusa con rapidità nel Mar Mediterraneo è la Mnemiopsis leidyi, la cosiddetta “noce di mare“: è un organismo gelatinoso simile a una medusa ma privo di cellule urticanti. Nel 2015 la specie è stata segnalata per la prima volta in Sardegna nella laguna di S’Ena Arrubia.

La “noce di mare” è innocua per l’uomo ma rappresenta un pericolo per gli ecosistemi marini perché preda zooplancton, uova e larve di pesce. Vive nelle acque poco profonde ed eutrofizzate, è molto tollerante ai cambiamenti ambientali e di conseguenza risulta estremamente resistente.

Meno recente ma sempre di attualità il granchio blu, ormai presenza abituale soprattutto nell’Adriatico. Questo granchio originario delle coste atlantiche americane, secondo un’indagine condotta da parte di Coldiretti, solo nel 2024 avrebbe causato danni per oltre 100 milioni di euro ai pescatori italiani, devastando gli allevamenti di vongole e di cozze e colpendo anche le ostriche, le telline e altri crostacei.

I rischi delle specie aliene: parola all’esperta

Lucrezia Cilenti, ricercatrice del CNR ISPA di Foggia, è una delle maggiori esperte delle specie aliene che studia da tempo: “Le specie aliene possono avere un impatto negativo sugli ecosistemi marini – ha dichiarato al ‘Corriere della Sera’ – causando la perdita di biodiversità, modificando gli habitat e alterando le reti trofiche”.

Della vongola cinese, la Cilenti ha spiegato: “Si tratta di un bivalve alloctono, il più grande bivalve d’acqua dolce che desta preoccupazione perché è una delle specie più veloce a colonizzare gli ambienti acquatici a discapito di quelle autoctone esistenti”.

A proposito della Mnemiopsis leidyi, chiamata “noce di mare”, la ricercatrice ha dichiarato: “È una specie carnivora che si sposta attraverso le acque di zavorra delle navi da carico, che si ciba anche di larve dei pesci causando un cambiamento nella popolazione locale”.

E ancora: “La massiccia presenza di Mnemiopsis leidyi, alcuni anni fa ha comportato un significativo calo delle risorse di zooplancton disponibili per le alici e altri pesci pelagici, portando a una drastica riduzione delle loro popolazioni, fino quasi alla scomparsa delle acciughe nel Mar Nero”.