Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Le tre meduse più pericolose nel Mar Mediterraneo

Quali sono le tre meduse più pericolose nel Mar Mediterraneo: viaggio alla scoperta delle specie che rappresentano un rischio per i bagnanti

Pubblicato:

Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Meduse Pelagia noctiluca

Negli ultimi anni la presenza di meduse nel Mar Mediterraneo è aumentata sensibilmente, favorita anche dal riscaldamento globale.

Di specie ne esistono tante: alcune sono quasi completamente innocue, mentre altre possono rappresentare un pericolo per l’incolumità dei bagnanti. Su ‘Wired’ è stato pubblicato un elenco delle tre meduse più pericolose tra quelle presenti nel ‘Mare Nostrum.

Quali sono le tre meduse più pericolose del Mediterraneo

Tra le meduse più pericolose del Mar Mediterraneo, quella più conosciuta è la Pelagia noctiluca che si distingue per il suo caratteristico colore violaceo. La specie in questione può provocare punture dolorose ed è molto diffusa, sia nelle acque a ridosso delle coste che in mare aperto.

Dall’Iss hanno riferito che la Pelagia noctiluca “è molto urticante, ma gli effetti sono generalmente limitati alla superficie della pelle e causano solo eritema, edema e vescicole con dolore locale che può persistere per una o due settimane”. Esistono anche casi di allergia “con broncospasmo, prurito e infiammazione”.

Nell’elenco delle meduse più pericolose del Mediterraneo troviamo anche la Carybdea marsupialis, unica specie di cubomedusa presente nei nostri mari: i suoi esemplari sono caratterizzati dalla tipica forma a scatola.

Anche questa specie può provocare punture dolorose che ogni estate colpiscono migliaia di bagnanti. Dotata di quattro tentacoli lunghi dieci volte il corpo e trasparenti con anelli rossi, questa medusa è facilmente riconoscibile sott’acqua per via della accentuata colorazione dei tentacoli.

Altro organismo potenzialmente pericoloso è la Physalia physalis conosciuta con il nome di Caravella portoghese: tecnicamente non sarebbe in realtà una medusa ma un sinoforo, cioè una colonia di meduse posizionate sotto uno speciale ombrello a forma di vela.

Presente non in grandi quantità nel Mediterraneo, è molto urticante ed esiste anche un caso di puntura risultato mortale in Sardegna. Dall’Iss spiegano che in presenza di questa specie si dovrebbe sempre uscire dall’acqua e che il contatto con essa “di solito causa dolore intenso e una irritazione cutanea, con rossore e piaghe nell’area della pelle venuta a contatto con i tentacoli dei polipi”.

Nell’estate del 2022 un uomo punto da una Caravella portoghese al largo delle isole Ciclopi, in Sicilia, finì in terapia intensiva all’Ospedale Policlinico San Marco di Catania. L’Università etnea, a proposito della specie, spiegò al tempo che si tratta di una delle “più pericolose che un bagnante possa incontrare nel nostro mare, in quanto capace di provocare reazioni molto gravi nell’uomo, fino, in casi estremi, alla morte”.

Come comportarsi in caso di contatto con una medusa

Visto l’aumento della presenza di meduse in Italia, è bene sempre tenere a mente come comportarsi in caso di contatto con questi organismi marini. Se si tocca una medusa accidentalmente, per prima cosa bisogna restare calmi, sciacquare il punto toccato con acqua di mare e applicare impacchi freddi o gel astringente.

La parte colpita va coperta e non bisogna esporla al sole. Vietato grattarsi, strofinarsi o toccare le nematocisti. Dall’Istituto Superiore di Sanità avvertono di non sciacquare con acqua dolce perché “causerebbe la rottura delle nematocisti ancora intatte e il rilascio di altro liquido urticante”. L’Iss sconsiglia rimedi come l’ammoniaca o l’urina, l’alcol o l’aceto, perché non hanno “alcuna azione sul liquido urticante delle meduse e potrebbero ulteriormente irritare la parte colpita”.