San Gregorio Armeno: polemica sui Re Magi con il Green Pass
San Gregorio Armeno: i Re Magi con il Green Pass scatenano le ire del popolo dei no vax. Il maestro presepiale Ferrigno: “volevo solo sdrammatizzare”
San Gregorio Armeno si trova in pieno centro a Napoli, tra via dei Tribunali e la Spaccanapoli, ed è famosa in tutto il mondo grazie alle tradizionali botteghe artigiane dei maestri presepiali partenopei, che lì espongono e vendono le proprie creazioni da generazioni.
Una delle botteghe più note è quella della famiglia Ferrigno, oggi al centro di una polemica come non se ne sono mai viste, in oltre 150 anni di storia.
Sulla vetrina della storica bottega, i Re Magi sono muniti di Green Pass, cosa che ha provocato i malumori di molti utenti dei social network.
I Re Magi col Green Pass
Con l’avvicinarsi del Natale si affacciano sulle vetrine di San Gregorio Armeno i celebri personaggi del presepe, come ogni anno interpretati dai maestri napoletani: personaggi famosi, sportivi e politici hanno nel tempo trovato spazio negli originali presepi delle storiche botteghe partenopee.
Marco Ferrigno, che gestisce una delle più antiche della città, fondata nel 1836, ha proposto quest’anno delle statuette che raffigurano i Re Magi muniti di Green Pass, scatenando le ire dei no vax.
“Volevo solo sdrammatizzare” risponde Marco Ferrigno alle critiche del web “l’anno scorso Maria e Giuseppe indossavano la mascherina, mentre i Magi portavano vaccini in dono a Gesù”. Nessuna intenzione politica nell’interpretazione dei Magi, assicura il maestro presepiale.
Ai no vax che accusano l’artigiano di sostenere “la campagna di un governo criminale” ed invocano nazifascismo e dittatura, Ferrigno risponde candidamente dalle colonne di Repubblica “io sono vaccinato ma rispetto chi decide di non farlo, non c’è alcun intento politico nel mio lavoro, solo ironico”.
I Re Magi, con QR code ben in vista sulle vetrine di Ferrigno, hanno come previsto attirato l’attenzione del pubblico, che si è diviso come da copione tra pro e contro, tra chi ha accusato l’artigiano di sostenere l’obbligo vaccinale e chissà che altro e chi ha invece plaudito all’iniziativa, del tutto ironica, dell’artista partenopeo.
“Quest’anno” continua Ferrigno “visto che i Re Magi hanno un lungo viaggio da affrontare da Settembre a Gennaio, ho pensato di munirli di certificato verde”: nessuna presa di posizione, dunque, piuttosto un pretesto per trattare con delicatezza ed ironia un tema che definire attuale sarebbe riduttivo.
Il Presepe napoletano e il ritorno dei turisti
I Magi della discordia sono statuette di 40 centimetri in stile settecentesco, vestite degli usuali ricchi abiti broccati in seta di San Leucio: sono giunte sulle vetrine di San Gregorio Armeno con l’arrivo del Grecale, come tradizione impone, e sono come sempre accompagnati da personaggi tipici del presepe napoletano.
Oltre alle statuette della Natività classica, la versione partenopea del presepe – che nel Settecento ha vissuto la sua età dell’oro – si nutre da sempre di personaggi singolari, primi tra tutti i venditori del mercato, che rappresentano i mesi dell’anno.
E pastori, zi’ Vicienzo e zi’ Pascale che simboleggiano il Carnevale e la Morte, Cicci Bacco il dio del vino, Benito che tiene in vita il presepe sognandolo – e guai a svegliarlo – ed altri personaggi che ben poco hanno a che fare con la tradizione della Natività in senso stretto.
Quando il Vanvitelli definì l’arte presepiale “una ragazzata” probabilmente non avrebbe immaginato quanto sarebbero state prese sul serio le ragazzate dei maestri del presepe napoletano.
Intanto, ed è la cosa più importante, nel centro di Napoli sono tornati i turisti, a sbirciare nuovamente tra le bancarelle e le vetrine delle vie cittadine. “L’anno scorso siamo rimasti soli” afferma Marco Ferrigno “sono felice di rivedere la folla a San Gregorio e che il vaccino ci abbia permesso di tornare quasi alla normalità”.
L’importante, oggi, è salvaguardare la tradizione viva del presepe e dei suoi magistrali riferimenti all’attualità, ed il lavoro degli artigiani che la animano da generazioni: “vogliamo solo che arrivino in tanti a comprare i nostri pastori”, conclude Ferrigno, “E se il Green Pass in mano ai Re Magi servirà a questo scopo avremo fatto un regalo anche agli artigiani di San Gregorio”.
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