Il Green Pass lo ha inventato la Serenissima Repubblica di Venezia
Il Green Pass, che il Governo italiano ha reso obbligatorio per svolgere alcune attività, in realtà c'era già ai tempi della Repubblica di Venezia
Per contrastare la diffusione del Covid-19 il Governo italiano ha introdotto l’obbligo di Green Pass per accedere a diversi servizi come ristoranti al chiuso e palestre. In realtà la decisione di introdurre un passaporto sanitario sembra fosse presenta già ai tempi della Serenissima, quando si lottava contro malattie come la peste.
Il Green Pass ai tempi della Repubblica di Venezia
La Repubblica di Venezia è stata per secoli una delle più importanti repubbliche marinare i cui commerci hanno permesso alla città di diventare un territorio davvero florido. La presenza di commercianti e navigatori, però, aveva portato i dogi della Serenissima a richiedere l’introduzione di un particolare passaporto per contrastare il diffondersi di epidemie.
In particolare furono i medici del Bo di Padova ad ideare due documenti: “la fede di sanità”, per chi viaggiava via terra, e “la patente di sanità” che serviva a chi proveniva dal mare per provare che dal porto di provenienza non ci fossero pandemie in atto. La “patente di sanità”, inventata dalla Serenissima, fu poi introdotta anche da altre città come Ravenna, Trieste, Napoli, Barcellona e Amsterdam.
La patente di sanità, in particolare, era considerata un documento davvero prezioso perché era via mare che si presentavano le situazioni di maggior contagio. In queste settimane presso la Scuola Grande di San Marco, che costituisce l’ingresso dell’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo a Venezia, si trova allestita una mostra sulle pandemie e sulle misure intraprese dalla Repubblica di Venezia per contrastare la diffusione di malattie come la peste, il tifo, la scabbia e il colera. Quello che possiamo dire, quindi, è che già ai tempi della Serenissima si era compreso il nesso tra spostamenti delle persone e diffusione di virus e l’importanza di introdurre misure mirate per ridurre il contagio.
Il Green Pass ai giorni nostri
Dal 6 agosto il Governo italiano ha introdotto l’obbligo di Green Pass per accedere ad alcuni servizi come ristoranti e bar al chiuso, i cinema, i teatri, i musei, i parchi tematici, le palestre e le piscine. Tuttavia da settembre il Consiglio dei ministri ha previsto una nuova stretta e tra qualche settimana il certificato verde sarà obbligatorio anche per i docenti, gli studenti universitari e per chi usa trasporti a lunga percorrenza.
Per ottenere il Green Pass è necessario aver ottenuto almeno la prima dose vaccinale (di uno dei vaccini approvati dall’AIFA) o avere un certificato che attesti la guarigione dall’infezione da Sars-CoV-2 (entro i 6 mesi). In alternativa, il Green Pass si ottiene effettuando un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo. Il test ha validità di 48 ore.
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