Sul Mottarone ora è allarme "dark tourism"
Luogo della tragedia della funivia, il Mottarone rischia di essere preso d'assalto dai turisti: questo fenomeno si chiama "dark tourism"
Il Mottarone, solo pochi mesi fa, è stato luogo di una tragedia che ha scosso l’Italia intera, e i cui segni sono ancora incisi sul suo territorio, nei resti di quella cabina che si è schiantata al suolo. Ora scatta l’allarme “dark tourism”: diversi visitatori hanno scelto proprio questo luogo come meta per una gita fuori porta, per dare una sbirciatina a quanto accaduto.
Mottarone, l’allarme “dark tourism”
L’attrazione verso luoghi in cui sono accadute delle tragedie non è certo un fenomeno nuovo e sconosciuto. Basti pensare a posti come Pompei ed Ercolano, i cui abitanti sono stati sepolti sotto la lava e la cenere a causa dell’eruzione del Vesuvio: ancora oggi sono tra i siti più visitati del nostro Paese, per la loro importanza storica, ma anche per quel sottile brivido che ci provoca il camminare là dove si è verificato qualcosa di spaventoso.
Il “dark tourism” affonda le sue radici nella psicologia umana, nel bisogno di guardare in faccia la morte per esorcizzare le proprie paure – e forse per sentirsi più vivi. Uno degli esempi più eclatanti è forse Chernobyl, sede del più grande disastro nucleare al mondo: pur con tutte le precauzioni necessarie per evitare i rischi della radioattività, molte persone ogni anno vi si recano per turismo.
Anche il Mottarone potrebbe diventare una nuova meta di questo “turismo dell’orrore”. Qui, tra i verdi boschi che si arrampicano sul versante della montagna, a ridosso del lago Maggiore, solo qualche mese fa è accaduto un disastro terribile, Una delle cabine della funivia che collega Stresa – borgo affacciato sulle sponde del lago – alla vetta del Mottarone è precipitata in caduta libera facendo 14 vittime.
Sono già diversi i turisti che si sono affacciati nei dintorni del luogo in cui ha avuto luogo la tragedia – d’altronde, il Mottarone è da sempre una destinazione molto apprezzata per chi ama stare all’aria aperta e fare escursioni. Ma il caso di cronaca dei due giovani ragazzi di Arona che hanno violato i sigilli per sollevare il telo che copre ciò che resta della cabina è qualcosa che va oltre. Scatta dunque l’allarme “dark tourism”: il rischio è che sempre più persone arrivino qui per soddisfare il proprio senso del macabro, ignorando addirittura i sigilli che indicano l’area sottoposta a sequestro.
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