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Moria di pesci a Fregene: allarme per l'acqua troppo calda

Moria di pesci a Fregene dove galleggiano senza vita almeno una cinquantina di pesci, tra cefali e carpe, tra i canneti e le dune del fiume Arrone

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Fregene

Moria di pesci a Fregene, dove tra i canneti e le dune del fiume Arrone, galleggiano senza vita una cinquantina di pesci, tra cefali e carpe.

Moria di pesci a Fregene: cosa è successo

A registrare la moria di pesci nel fiume che sbocca nel Mar Tirreno è stata la Capitaneria di porto di Fiumicino, a ridosso dell’abitato del Villaggio dei Pescatori di Fregene.

Come riferito dal ‘Corriere della Sera’, alcuni esemplari sono anche di grandi dimensioni: in larga parte sono stati avvistati nel tratto finale del fiume, mentre sulla foce ce ne sono in minor quantità.

Nei giorni precedenti alcuni pesci morti erano già stati segnalati all’interno di uno dei tanti canali di bonifica di Maccarese, mentre lo stesso fenomeno si sta verificando anche a sud della Toscana, nella laguna di Orbetello.

La Guardia Costiera ha provveduto a effettuare diverse ricognizioni per verificare l’eventuale presenza di altre concentrazioni di pesci: le operazioni hanno dato esito negativo sul resto delle coste del litorale laziale. Al tempo stesso i militari hanno prelevato alcuni campioni destinati alle analisi.

Di fronte a episodi del genere da prassi bisogna inviare gli esemplari all’Istituto Zooprofilattico di Roma che analizza i corpi, si accerta dell’eventuale presenza di elementi contaminanti e verifica se il decesso degli animali sia dovuto a causa dell’inquinamento dei corsi d’acqua.

Al momento l’ipotesi più probabile di quanto successo a Fregene è legata all’anossia, alla mancanza di ossigeno nell’acqua che finisce per soffocare i pesci; a favorire le morti sarebbe stata anche la grande quantità di alghe in decomposizione. Il fenomeno si era già verificato più volte sul litorale romano, da Ostia a Civitavecchia: è legato alle elevate temperature che mettono a dura prova tutto l’ecosistema naturale.

Mare sempre più caldo e invasione di alghe

Tra le cause che hanno portato alla moria di pesci a Fregene c’è la massiccia presenza di alghe: un problema di stretta attualità per le coste del litorale romano. Nel mese di luglio del 2024, infatti, si è verificata una vera e propria invasione di alghe a Ostia.

I bagnanti della zona delle spiagge libere di Castelporziano, nell’area del Levante, hanno dovuto fare i conti con l’odore fetido provocato dalla grande quantità di alghe, ammassate verso la costa perché il canale è generalmente ostruito dalla sabbia e l’acqua non riesce a defluire correttamente in mare aperto, finendo col ristagnare anche per giorni interi.

Un altro fattore che ha favorito la moria di pesci è quello delle temperature più elevate dell’acqua del mare, ben al di sopra delle solite medie stagionali. Le alte temperature riguardano non solo le coste del Lazio, ma anche altre zone d’Italia. Nelle Marche, per esempio, i bagnanti sono costretti a fare i conti con un mare bollente: una situazione mai vista prima nella maggior parte delle località turistiche più gettonate della regione.

L’Adriatico, inoltre, quest’anno è stato caratterizzato dal fenomeno della mucillagine che ha colpito soprattutto in Veneto. Le mucillagini che di solito possono svanire nel giro di pochi giorni, quest’anno potrebbero durare a lungo secondo gli esperti, per via della mancanza di temporali e vento, due elementi capaci di disgregare il materiale presente in acqua.