Milano è la città in cui ci si veste meglio al mondo per il NYT
Milano è stata definita dal New York Times la città in cui ci si veste meglio al mondo grazie al suo stile unico tra passerelle e vita quotidiana
C’è qualcosa nell’aria di Milano che, stagione dopo stagione, continua a dettare il ritmo della moda internazionale al di là delle passerelle o dei flash dei fotografi; una sorta di un’eleganza diffusa, quotidiana, che il ‘New York Times’ ha deciso di celebrare in un articolo diventato virale: la città italiana è stata infatti definita “potenzialmente il luogo meglio vestito del mondo”, un riconoscimento che, più che un titolo, suona come una constatazione.
Perché Milano è considerata la città più elegante del mondo secondo il New York Times
Il quotidiano americano ha dedicato un lungo servizio alla Milano Fashion Week, raccontando la città attraverso l’obiettivo e le parole del fotografo e giornalista Simbarashe Cha, autore della rubrica Style Outside.
Dopo giorni trascorsi tra sfilate, eventi e strade gremite di look impeccabili, Cha ha colto un’immagine precisa: Milano come capitale dell’equilibrio tra rigore e spontaneità, dove l’eleganza non è solo un fatto di moda ma una questione di cultura.
Come riportato sul ‘New York Times’, Simbarashe Cha ha scritto: “Per la prima volta dopo tanto tempo, la Milano Fashion Week è riuscita a lanciare un messaggio chiaro: la città potrebbe benissimo essere il luogo meglio vestito del mondo”.
Nel suo reportage, Cha ha descritto una città vibrante, attraversata da un’energia che unisce generazioni e stili. Le maison storiche, da Gucci a Bottega Veneta, da Jil Sander ad Armani, hanno offerto collezioni capaci di coniugare tradizione e sperimentazione, mentre per le strade si respirava un’atmosfera quasi cinematografica. L’autore ha notato come l’eleganza milanese non si esaurisca nei front row, ma si estenda al quotidiano, in quella compostezza naturale che fa parte dell’identità della città.
La Settimana della Moda ha rappresentato anche un momento di passaggio: il saluto dei fondatori di Sunnei, l’ultima collezione disegnata da Giorgio Armani prima della sua scomparsa, e l’arrivo di nuovi talenti che reinterpretano l’heritage italiano. Tutto questo ha contribuito a rinnovare l’immagine di Milano come capitale non solo economica, ma estetica e culturale del Paese.
Come si veste davvero Milano: lo stile tra passerelle e vita quotidiana
Oltre le passerelle, il ‘New York Times’ ha messo in luce la forza dello street style milanese, che riflette un gusto essenziale ma mai banale; l’articolo parla di una città dove la moda sembra un linguaggio condiviso: un equilibrio tra sartorialità e comfort, colori neutri e dettagli audaci, classicità e ironia.
Simbarashe Cha ha osservato: “Per le strade, era difficile girare un angolo senza incontrare persone eleganti che sfoggiavano strati di vestiti autunnali, scarpe a punta, cappotti con ampi revers, giacche doppiopetto o pantaloni raffinati come quelli resi celebri da Giorgio Armani”.
Nel racconto del quotidiano americano, ogni angolo della città diventa passerella: dai tram di Porta Venezia ai cortili nascosti del Quadrilatero, dai caffè di Brera alle vie industriali della Bovisa. È qui che si coglie la differenza tra apparire e avere stile, Milano che gioca con le texture, sovrappone toni caldi e freddi, alterna cappotti doppiopetto e sneakers di design con naturalezza.
L’eleganza meneghina non vive, dunque, soltanto durante la Fashion Week, ma ogni giorno: nei pendolari in bici con il trench perfettamente annodato, nei professionisti che scelgono un completo grigio tagliato su misura, nei giovani designer che reinventano l’idea stessa di classe.
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