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Dal mar Adriatico al Lago di Lugano: riapre l'autostrada blu per anguille e storioni

Dopo più di 50 anni, la strada fluviale che collega la Svizzera al mare Adriatico sarà nuovamente popolata dai pesci migratori

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Centrale idroelettrica Isola di Serafini

Sarà presto riaperto il corridoio fluviale che consentirà ai pesci dell’Adriatico di risalire il Po fino al Ticino e raggiungere il lago di Lugano in Svizzera. Il vecchio percorso naturale, che attraversava le pianure del Veneto e della Lombardia per 580 chilometri, fu spezzato negli anni ’60 per consentire la costruzione della centrale idroelettrica di Isola Serafini, situata tra le province di Piacenza e Cremona. I vantaggi per la produzione di energia elettrica furono notevoli, ma al tempo stesso si impedì a storioni, cefali e anguille di risalire le acque fino ai laghi situati tra il confine italiano e quello svizzero. Qui i pesci cacciavano e si riproducevano. L’improvviso sbarramento provocò un vero e proprio shock migratorio con pesanti ripercussioni negli equilibri dell’ecosistema fluviale.

Nel corso degli anni gli storioni, nel tratto di fiume del Ticino si sono dimezzati e hanno cominciato a proliferare specie esotiche. Un mutamento radicale che ha impoverito la zona con gravi ripercussioni anche per i pescatori che anno dopo anno hanno tirato a bordo reti sempre meno pesanti.

Nel mese di marzo il legame spezzato oltre 50 anni fa verrà ripristinato. Negli ultimi anni sono state già costruite diverse scale di risalita presso la diga di Laverna Ponte Tresa, la diga di Porto della Torre, quella di Panperduto e di Creva. All’appello manca solo il ricollegamento del percorso di Isola Serafini che consentirà a oltre 20 specie di pesci migratori di nuotare finalmente attraverso il vecchio percorso.

L’opera ha richiesto due anni di lavoro per un costo di circa 7 milioni di euro. Soldi e tempo ben spesi se si pensa ai vantaggi per il biosistema. Lungo il percorso sono state costruite gallerie profonde anche 10 metri per aggirare le avversità morfologiche del letto del fiume. Sono state costruite anche ampie vetrate che verranno utilizzate per monitorare la migrazione dei pesci.

Per agevolare il ripopolamento verranno liberati migliaia di storioni d’allevamento a cui verranno applicati microchip e radiotrasmettitori in modo da poter monitorare gli spostamenti e il lento e delicato riadattamento a un ecosistema stravolto. A seguire gli spostamenti ittiologi dell’agenzia interregionale per il fiume Po che hanno sottolineato i notevoli vantaggi che questa operazione di ripristino porterà all’ecosistema del Ticino per l’opera che restituisce equilibrio al fiume Po e al Ticino.