La mela rosa dei Monti Sibillini è il frutto della salute
Uno studio ha svelato l'incredibile proprietà antiossidante del frutto tipico delle Marche
Coltivata da sempre nelle Marche, in particolare tra i 450 e i 900 metri di altitudine, la mela rosa dei Monti Sibillini è il frutto della salute per eccellenza. A dirlo è una ricerca dell’Università di Camerino, in collaborazione con l’Università di Saragozza e la Baqiyatallah University of Medical Sciences di Teheran.
Dallo studio è emersa l’incredibile proprietà antiossidante del prodotto ortofrutticolo tipico della Comunità montana dei Sibillini, a cavallo delle province di Ascoli Piceno e Fermo, che mostra un contenuto di 21 sostanze fitochimiche indagate, più elevato rispetto ad altri tipi di mela esaminati.
Dai prodotti di scarto della mela rosa marchigiana i ricercatori sono riusciti ad ottenere un estratto purificato con antiossidanti e polifenoli, che si è rivelato superiore a quello della mela annurca, varietà pregiata tipica della Campania utilizzata nell’industria nutraceutica e cosmeceutica per le sue proprietà benefiche.
Lo studio intrapreso per valutare il potenziale nutraceutico della mela rosa dei Monti Sibillini ha accertato le importanti proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del frutto coltivato nell’Italia centrale, che rendono il suo estratto il candidato ideale per la prevenzione di alcune patologie cardiovascolari, neurodegenerative e metaboliche, tra cui depressione e diabete.
Pubblicato sulla rivista internazionale “Plants”, il progetto di ricerca della Regione Marche, dal titolo “I fitonutrienti della mela rosa dei monti Sibillini: aspetti fitochimici e proprietà salutistiche“, è stato coordinato dal professor Filippo Maggi della Scuola di Scienze del Farmaco e dei Prodotti della Salute. Lo studio vuole porre anche l’accento sull’importanza del recupero e della valorizzazione delle antiche cultivar di melo.
Riconosciuta dal 2008 come Presidio Slow Food, la mela rosa coltivata dalle aree pedecollinari fino alle valli appenniniche e ai versanti dei Monti Sibillini, deve il suo nome alla colorazione delle striature rosso-vinose che si sovrappongono al verde intenso del frutto ancora acerbo e al profumo di rosa emanato dalle infiorescenze.
Il Presidio ha individuato tre gruppi di mele, che si diversificano per colore di fondo, sovracolore e consistenza del frutto, di dimensioni medio-piccole, dalla forma appiattite e irregolare, tipica delle cultivar più antiche e tradizionali, con un peduncolo molto corto e dal gusto dolce e acidulo.
Nonostante la grande resistenza al freddo, la coltivazione della mela rosa era stata quasi completamente abbandonata, finché negli ultimi anni la Comunità montana dei Monti Sibillini ha voluto riscoprirla e valorizzarla, reimpiantando i vecchi ecotipi.
Il Comune di Montedinove, in provincia di Ascoli Piceno, ha piantato 400 alberi per incrementare la coltivazione della mela rosa, alla quale ha dedicato l’evento “Sibillini in rosa” che si tiene ogni anno a novembre, al termine della stagione della raccolta.
POTREBBE INTERESSARTI
-
Il mistero dei 40 serpenti avvistati nella stessa zona di Roma
-
Redditi dei Parlamentari 2024, da Meloni a Salvini: i più ricchi
-
Le 15 migliori aziende dove lavorare secondo operai e impiegati
-
Castello delle Cerimonie, la Las Vegas di Napoli sul Times
-
Cristoforo Colombo non era italiano? Cosa dice il testamento
-
Omicidio Marco Vannini, all'asta la villa dei Ciontoli
-
Colonia di squali bianchi nel Canale di Sicilia: la scoperta
-
Gulia Salemi e il problema sicurezza a Milano: lo sfogo social
-
L'autovelox di Taranto è un caso: 10 mila multe in 2 settimane