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Mare bollente in Campania: scatta l'allarme microuragani Medicane

Il riscaldamento delle acque del mare in Campania ha fatto registrare temperature record e ha fatto scattare l'allarme microuragani "medicane"

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Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Negli ultimi anni, le acque dei mari italiani stanno assistendo a un fenomeno davvero allarmante: il riscaldamento delle acque marine. Questo fenomeno, strettamente legato ai cambiamenti climatici globali, porta temperature delle acque sempre più elevate, con conseguenze che stanno iniziando a destare grande preoccupazione tra gli esperti. Tra le conseguenze più preoccupanti di questa situazione c’è il crescente rischio di formazione di microuragani, conosciuti con il termine “Medicane”, una fusione delle parole inglesi “Mediterranean” (Mediterraneo) e “hurricane” (uragano).

I dati dell’innalzamento delle temperature dei mari in Campania

La Campania vanta un litorale lungo quasi 500 km, incluse le isole, bagnato dal Mar Tirreno. Il mare che lambisce le sue coste, però, ha registrato negli ultimi tempi un costante aumento delle temperature. Durante quest’estate, ad esempio, le acque del Tirreno hanno toccato e a volte anche superato i 30°C, un valore davvero allarmante. Il mare della Campania non è l’unico ad avere questo problema anche l’Adriatico, in particolare lungo le coste marchigiane, quest’estate risulta bollente. Questo riscaldamento è causato da estati sempre più lunghe e calde, con ondate di calore che si protraggono per settimane, se non mesi, senza interruzione.

Secondo quanto riporta il ‘Corriere della Sera’ i dati Arpac affermano che lo scorso 7 agosto sono stati misurati 30,0 °C a Napoli-Trentaremi, 31,0°C a Sorrento-Marina Grande, 30,5°C a Camerota-Spiaggia del Mingardo. Sembra che la situazione non riguardi solo la Campania ma tutto il litorale tirrenico dal Lazio in giù. I dati sembrano confermati anche dalle rilevazioni fatte dai satelliti americani ed elaborati dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA).

L’allarme microuragani in Campania

Queste alte temperature sono molto preoccupanti perché non solo alterano l’ecosistema marino, con effetti devastanti sulla fauna e flora locale, ma creano anche le condizioni ideali per lo sviluppo di fenomeni meteorologici estremi come i Medicane. Medicane è un termine inglese che deriva dall’unione di Mediterranean e hurricanes, ovvero uragani mediterranei. Con questo termine si identificano, quindi, dei microuragani che seppur meno potenti rispetto agli uragani tropicali rappresentano una minaccia significativa. Questi si formano quando la temperatura del mare supera una certa soglia, l’energia accumulata nelle acque può alimentare la formazione di basse pressioni intense, dando vita a questi cicloni pericolosi.

La spiegazione di questo fenomeno si legge sempre sul ‘Corriere della Sera’ che riporta le dichiarazioni dell’Arpac: “Questa anomalia ha impatti sulle biocenosi marine con coralli, per le quali NOAA prevede nei prossimi 15 giorni un livello di allerta elevato. Anche i fenomeni meteorologici estremi sono favoriti da temperature del mare superiori a 28 °C, che possono in linea generale facilitare la formazione di Medicanes, una sorta di microuragani mediterranei, in presenza di condizioni di instabilità e afflusso di masse d’aria fredda sopra il mare caldo”.

In Campania, quindi, il rischio Medicane è diventato una realtà concreta soprattutto quando le temperature marine ancora elevate si scontrano con le prime correnti d’aria fredda. Questo scontro termico può innescare violenti sistemi di bassa pressione, trasformandosi rapidamente in microuragani capaci di causare danni ingenti lungo le coste campane. Le alte temperature del mare non è solo un precursore dei Medicane, ma influisce profondamente anche sugli ecosistemi marini.

L’innalzamento delle temperature a livello mondiale di mari e oceani, infatti, è una delle motivazioni che hanno fatto aumentare il numero di specie aliene nel Mar Mediterraneo. Le specie ittiche, che hanno adattato il loro ciclo vitale a determinate temperature dell’acqua, devono fronteggiare condizioni insostenibili che possono portare a migrazioni forzate o nella peggiore delle ipotesi anche all’estinzione.