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Maltempo in Lombardia: "Colpa delle supercelle". Cosa sono

I fenomeni estremi che hanno devastato la Lombardia causati dalle supercelle temporalesche: cosa sono, perché sono pericolose e come riconoscerle

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Maltempo a Milano: cosa sono le supercelle

I violenti fenomeni temporaleschi che si sono abbattuti sul Nord Italia tra il 24 e il 25 luglio 2023 hanno un nome preciso: si chiamano supercelle, e sono i temporali più potenti e pericolosi tra quelli classificati dai meteorologi.

Si tratta di un fenomeno piuttosto raro, tipico delle grandi pianure del Canada e degli Stati Uniti, che dalla fine degli anni Novanta si sta diffondendo anche in Europa e in Italia con tutto il suo potenziale distruttivo.

Le supercelle, spiega il meteorologo Lorenzo Tedici al ‘Corriere della Sera’, sono effetto del cambiamento climatico tanto quanto le ondate di caldo estremo che affliggono le regioni del sud Italia.

Fenomeni estremi in Lombardia: cosa sta succedendo

Venti che superano i 100 km/h in centro a Milano, alberi divelti, edifici distrutti e purtroppo anche delle vittime: nella notte tra lunedì 24 e martedì 25 luglio, il transito di tre supercelle temporalesche sul Nord Italia ha riportato l’attenzione di tutti sui drammatici effetti del cambiamento climatico.

Come spiega il meteorologo Lorenzo Tedici intervistato dal ‘Corriere’, questi eventi estremi si chiamano supercelle: si tratta di un fenomeno tipico degli Stati Uniti, un tipo di temporale particolarmente violento che si scatena dopo l’incontro di masse di aria calda e aria fredda.

“Sono i lasciti dell’anticiclone africano di queste settimane”, spiega Tedici: Cerbero e Caronte, che all’inizio di luglio stazionavano sul Sahara e sul Maghreb, hanno portato calore e umidità anche sull’Italia.

“Queste fasi caldissime generano energia che sale e si accumula in cielo”, continua Tedici, “qui entra in contatto con l’aria fredda che, scendendo, porta con sé la grandine e crea quei venti orizzontali responsabili, per esempio, della caduta degli alberi. Sono le supercelle, fenomeni sempre più diffusi dalla fine dagli anni ’90 in poi”.

Cosa sono le supercelle?

Le supercelle sono dei violenti temporali che hanno al loro interno un mesociclone, cioè un vortice d’aria che ruota attorno a un asse verticale obliquo. All’interno della supercella c’è un piccolo ciclone: l’aria subisce spostamenti anche di 150 km/h, e il fenomeno temporalesco che ne deriva è caratterizzato da una grande quantità di pioggia, grandine e venti forti.

Per capire meglio cosa sono le supercelle, bisogna vedere perché questi fenomeni sono così diversi da un normale temporale. In un fenomeno temporalesco, una cella si forma quando l’aria calda che sale in quota (updraft) incontra la corrente più fredda che scende verso terra (downdrafts). Questi moti convettivi sono all’origine di tutti i temporali e di altri fenomeni pericolosi come il downburst, e in generale si dissolvono nel momento in cui l’aria fredda, portata verso terra dalle precipitazioni, prevale su quella calda.

Quando però la cella è in rotazione, come nel caso di una supercella, il vento tende a intensificarsi in quota e il fenomeno non si arresta: il temporale può in quel caso acquisire dimensioni spaventose, che possono condurre anche alla formazione di un tornado.

In sostanza, spiega al ‘Corriere’ Vincenzo Levizzani dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera del CNR di Bologna, “un temporale normale tende a spegnersi da solo, tagliando alla base l’updraft, questo no. È lungo, vorticoso e dannoso”.

Come riconoscere una supercella

Le supercelle sono molto difficili da prevedere e da individuare: nel caso degli eventi estremi che hanno colpito le regioni del Nord lunedì notte, spiega Levizzani, “anche un esperto che avesse visto arrivare il fronte temporalesco non avrebbe potuto dire che eravamo di fronte a una supercella”.

“Questo perché ciò che la caratterizza è un cuore rotante sul proprio asse che si forma intorno a una bassa pressione molto piccola rispetto a quelle dei cicloni atlantici”, e che non può essere visto a occhio nudo.

Per capire che il temporale presenta le caratteristiche di una supercella “servono dati in tempo reale da un radar”, spiega Levizzani, “e non un radar qualunque, ma un doppler che mi dia il campo di vento in maniera da farmi vedere che al centro si sta formando questo mesociclone”.

Una delle caratteristiche più evidenti delle supercelle è nella loro estensione: “La caratteristica è che il cielo diventa buio”, spiega il meteorologo Lorenzo Tedici, “perché sono così vaste da coprire fino all’orizzonte. Arrivano anche a 50/60km”, quando un temporale normale raramente supera un chilometro. A differenza di un temporale normale, inoltre, una supercella è estremamente compatta, e non presenta alcuna zona di sereno all’orizzonte.

“Con l’arrivo delle supercelle il cielo inizia ad oscurarsi anche decine di minuti prima”, spiega Tedici, “inoltre i richiami di aria calda e un rafforzarsi del vento sono spie dell’arrivo della tempesta”.