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In Valchiavenna lupi pericolosi come orsi: l'appello dei sindaci

Cittadini e operatori turistici della Valchiavenna sempre più preoccupati per i lupi, che arrivano a pochi metri dalle case: l’appello dei sindaci

Lupi in Valchiavenna: sindaci e cittadini si mobilitano

Nei comuni della Valchiavenna gli incontri ravvicinati con i lupi sono sempre più frequenti e i casi di predazione ormai avvengono a pochi metri dalle case. Perciò dodici sindaci hanno raccolto la preoccupazione degli abitanti della zona in una lettera, indirizzata ai ministri dell’Agricoltura e dell’Ambiente, ai vertici regionali e provinciali in cui si chiede che il lupo non venga più considerato un animale in via d’estinzione.

A Chiavenna è anche in corso una raccolta firme contro i grandi predatori, promossa tra gli altri dall’associazione locale Difesa Rurale, che chiede a gran voce di “fare qualcosa per la coesistenza tra uomo e lupo” nei borghi montani della provincia lombarda.

Lupi in Valchiavenna, cresce la paura tra i cittadini

Aumentano in tutta Italia gli avvistamenti di lupi: dal Trentino al Salento, gli incontri ravvicinati con i grandi predatori dei boschi sono diventati sempre più frequenti, e non possono che provocare una certa preoccupazione – soprattutto perché negli ultimi tempi i lupi hanno iniziato a spingersi nei centri abitati, arrivando a pochi metri dalle case.

In Valchiavenna i lupi non preoccupano soltanto gli allevatori, che sempre più numerosi sono costretti ad abbandonare il lavoro con gli animali. “Siamo in presenza di uno o più soggetti che risultano essere molto confidenti e che si lasciano avvicinare troppo dall’uomo”, si legge nella lettera firmata dai sindaci, “e questo avviene a pochi metri dalle case di abitazione, dalle attività ricettive e agricole”, a pochi metri da itinerari escursionistici e ciclabili molto frequentati.

Pericolosi come gli orsi: scatta la raccolta firme contro i lupi

“Nessuno chiede di abbatterli, ma di fare qualcosa per rendere la coesistenza più facile”, spiega al ‘Corriere’ Mario Pighetti, vice presidente dell’associazione Difesa rurale e promotore della raccolta firme organizzata in centro a Chiavenna per chiedere il rapido intervento delle istituzioni a tutela della popolazione.

“Allarmanti dalle continue incursioni in stalle, giardini, cortili, abitazioni”, si legge nel testo della petizione contro il lupo, “chiediamo che la Regione si faccia promotrice in tempi rapidi di un protocollo di gestione dei lupi potenzialmente pericolosi, come già adottato per l’orso bruno”. I cittadini promotori della raccolta firme chiedono di attivare un sistema di “monitoraggio, allontanamento, rimozione degli esemplari che manifestino comportamenti potenzialmente pericolosi” – esattamente come avviene per gli orsi, recentemente avvistati in alcune zone della Lombardia.

Lupi in Lombardia: l’appello dei sindaci della Valchiavenna

Negli ultimi giorni di aprile i casi di predazione sono aumentati, rilevano i sindaci della Comunità Montana della Valchiavenna: in pochi giorni i lupi hanno sbranato nove pecore nei pascoli sopra l’abitato, in località Prestone, e una cerva a pochi metri dalle case di Campodolcino, la cui carcassa è stata trovata da un bambino di dieci anni che stava andando a scuola.

“Riteniamo assolutamente necessario e non più prorogabile un adeguamento normativo che ne consenta la corretta gestione e non solo la tutela”, si legge nella lettera della Comunità Montana indirizzata a ministeri, regione e provincia.

Negli anni Settanta in Italia i lupi erano a malapena un centinaio. Oggi i boschi italiani ospitano oltre tremila esemplari, e nelle zone in cui i lupi sono più numerosi la preoccupazione è ormai palpabile.

In Valchiavenna, sottolineano i sindaci, la paura non riguarda più soltanto gli allevatori: anche gli operatori del settore turistico e ricettivo sono sempre più preoccupati dal fatto che “la presenza critica del lupo e dei grandi predatori possa incidere in negativo sulle presenze e sulla promozione turistica delle località”.