A Lampedusa sono nate 499 tartarughe Caretta Caretta
A Lampedusa, tra la spiaggia dei Conigli e quella della Guitgia, sono nate quest’anno 499 piccole tartarughe della specie protetta Caretta caretta
Si è appena conclusa la schiusa dell’ultimo nido sulle spiagge di Lampedusa: quest’anno, tra la spiaggia dei Conigli e quella della Guitgia, sono nate ben 499 piccole tartarughe della specie Caretta caretta, tra le più minacciate dell’intero bacino Mediterraneo.
Le piccole tartarughe marine sono emerse dalla sabbia alle prime luci del mattino, per dirigersi verso il mare: uno spettacolo emozionante, reso possibile grazie all’impegno di operatori e volontari che hanno monitorato e protetto i nidi e le uova per tutta la durata dell’incubazione, attendendo pazientemente la schiusa.
Lampedusa: nate 499 piccole tartarughe
Lo spettacolo della schiusa delle uova di Caretta caretta si ripete ogni anno sulle spiagge di Lampedusa: le tartarughe marine nidificano regolarmente nell’area protetta della spiaggia dei Conigli e in altre zone della Riserva Naturale dell’Isola di Lampedusa, tanto che esiste uno specifico progetto di monitoraggio e tutela delle nidificazioni approvato dal Ministero della Transizione Ecologica.
Secondo i dati delle campagne di monitoraggio di Legambiente, le spiagge dell’isola siciliana ospitano da uno a sette nidi ogni anno, ognuno dei quali contiene all’incirca cento uova.
L’ultima stagione riproduttiva è stata particolarmente ricca: dai sei nidi di Caretta caretta – uno nella spiaggia della Guitgia e cinque nella spiaggia dei Conigli – sono nate ben 499 piccole tartarughe.
Gli operatori della Riserva Naturale e i volontari di Legambiente hanno recintato, segnalato e protetto ogni singolo nido sino alla schiusa delle ultime uova, contando anche sulla collaborazione dei turisti che, si legge in un post su Facebook, “ogni giorno contribuiscono alla protezione di queste meravigliose creature rispettando le norme di fruizione della spiaggia dei Conigli”.
La schiusa delle prime uova è iniziata intorno a Ferragosto e si è conclusa soltanto a metà settembre: alla fine della stagione riproduttiva, si legge in un altro post dalla stessa pagina, “dal primo nido della stagione, deposto nella spiaggia della Guitgia, sono nate 99 tartarughine, mentre dagli altri 5 nidi presenti nella spiaggia dei Conigli sono fuoriusciti ben 400 piccoli”.
Caretta caretta, una specie protetta
La Caretta caretta è una specie protetta, inserita a livello internazionale tra quelle a rischio di estinzione: la naturale predazione e i processi di erosione delle coste sono considerati i principali fattori di rischio per la sopravvivenza della specie, ma anche “l’affollamento della spiaggia e la balneazione”, spiega Legambiente, sono un potenziale pericolo per le piccole tartarughe marine.
Negli ultimi anni però, complice l’aumento delle temperature, la Caretta caretta ha intensificato la sua presenza sulle coste italiane, arrivando a nidificare ben oltre i confini tradizionali e facendo registrare numeri da record nelle regioni in cui da sempre è più presente.
Ciò è possibile soprattutto grazie alla fitta rete di salvaguardia e tutela che si occupa, grazie al lavoro di operatori e volontari, di proteggere i nidi di Caretta caretta per tutta la durata dell’incubazione, che dura dai 60 ai 70 giorni.
La schiusa avviene generalmente di notte: i piccoli emergono uno a uno dalla sabbia per dirigersi subito verso il mare, lasciandosi alle spalle gli sguardi emozionati di chi ha pazientemente atteso di vederli uscire dal nido.
“È sempre una grande emozione assistere a questi eventi”, spiega a ‘Repubblica’ Elena Prazzi, coordinatrice del progetto di monitoraggio delle nidificazioni delle tartarughe marine a Lampedusa, sottolineando che “un risultato così sorprendente è stato possibile anche grazie ai volontari che ci hanno affiancato durante tutte le attività”.
Anche le 30 tartarughe nate a Castel Volturno dopo il Jova Beach Party sono della specie Caretta caretta: le misure di tutela messe in atto da enti e territori, insieme all’impegno di operatori e volontari e alla collaborazione dei turisti, vengono così ripagate con l’emozionante spettacolo della natura, e lasciano sperare che queste piccole creature siano oggi un po’ meno in pericolo.
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