La certosa più grande d'Italia è in provincia di Salerno
Tra i più sontuosi complessi barocchi del Sud Italia, la Certosa di Padula è la più grande del Paese e vanta il chiostro più vasto al mondo
La Certosa di San Lorenzo, conosciuta come Certosa di Padula, nel Vallo di Diano, è uno dei luoghi più affascinanti e significativi della provincia di Salerno. Inoltre, è uno dei più sontuosi complessi monumentali barocchi del Sud del Paese, nonché la più grande certosa in Italia e tra le maggiori d’Europa. La rinomata struttura occupa infatti una superficie di 51.500 metri quadrati, che include tre chiostri, un giardino, un cortile e una chiesa.
Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1998, e inserita dalla Regione Campania nel novero dei Grandi Attrattori Culturali, la struttura ospita anche il Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale, in cui sono esposti numerosi reperti archeologici rinvenuti nella Valle del Tanagro, come tombe, lapidi, statue, capitelli e colonne.
Si tratta della prima certosa sorta in Campania. Successivamente, sarebbero state realizzate quella di San Martino a Napoli e di San Giacomo a Capri.
Fondata da Tommaso II Sanseverino nel 1306, la certosa dedicata a San Lorenzo ha una particolare struttura che ricorda l’immagine della graticola, sulla quale il santo fu bruciato vivo. Caduti i Sanseverino nella metà del Seicento, i loro possedimenti andarono ai monaci certosini di Padula, che divennero anche padroni dei terreni su cui si sviluppava il paese soprastante. I rimaneggiamenti della struttura, cominciati alla fine del Cinquecento furono ripresi fino a quasi tutto il Settecento, trasformando un sito nato in stile gotico in uno dei simboli della cultura barocca del regno di Napoli. Della primitiva struttura restano solo pochi elementi: il Chiostro della Foresteria e la facciata principale furono arricchite nel ’700 da sculture e decorazioni del Vaccaro, e settecenteschi sono anche gli interventi di doratura degli stucchi della chiesa, gli affreschi e le trasformazioni d’uso di ambienti esistenti.
A quest’epoca risalgono il Chiostro grande, il refettorio e lo scalone ellittico del retro che, datato 1779, è di fatto l’ultima opera architettonica della certosa, prima della soppressione dell’ordine per mano dei francesi. Rimasto a lungo abbandonato, il complesso divenne un campo di concentramento durante le due guerre mondiali.
Sebbene fosse stato dichiarato monumento nazionale fin dal 1882, la Certosa è stata presa in consegna dalla Soprintendenza per i Beni architettonici di Salerno a partire dal 1981 e solo dal 1982 sono cominciati i lavori di restauro di uno dei complessi più significativi dell’Italia meridionale.
Il corpo principale dell’edificio conta 320 stanze. Qui è presente il più grande Chiostro del mondo, con i suoi 15mila metri quadrati circa, racchiuso da 84 colonne. Costruito a partire dal 1583, si sviluppa su due livelli uniti da uno scalone ellittico a doppia rampa, con otto grandi finestroni.
Progettato da Gaetano Barba, allievo del Vanvitelli, lo scalone dà accesso alla passeggiata coperta, nei cui quattro bracci sono esposte le opere d’arte restaurate nei laboratori della certosa, provenienti principalmente dai paesi terremotati del Salernitano e dell’Irpinia
Sono tanti gli ambienti suggestivi e di grande fascino dove i monaci vivevano, scandendo le giornate con preghiera e lavoro.Tra questi, la biblioteca con il pavimento ricoperto da mattonelle in ceramica di Vietri sul Mare, la Cappella decorata con marmi preziosi, la grande cucina, le cantine con le botti enormi e le celle dei certosini.
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