La città di Bari è stata un emirato arabo
Durante il convulso periodo dell'alto Medioevo il capoluogo pugliese è stato per 25 anni un emirato arabo, governato da emiri musulmani
Bari ha ospitato l’unico stato arabo della penisola italiana continentale. Realtà forse ignota persino ai baresi, di sicuro sconosciuta alla maggior parte degli italiani. Eppure nel IX secolo, per almeno 25 anni l’attuale capoluogo pugliese fu un emirato sotto il dominio dei musulmani. Un ricordo ancora presente nel dna della bella città che lascia trasparire in alcune manifestazioni artistiche, culturali e anche psicologiche un forte legame tra gli arabi e la popolazione che abita in questo bellissimo fazzoletto di terra del Sud Italia.
Ma quali furono gli avvenimenti storici che fecero di Bari, per un quarto di secolo, un’enclave musulmana all’interno del mondo cristiano? Per districarsi nelle complesse vicende storiche bisogna andare indietro nel tempo all’835 d.C., un periodo convulso che vide l’assedio di Napoli ad opera del ducato longobardo di Benevento. Il console di Napoli, sfinito, non vedendo arrivare gli aiuti dai Franchi e dai Bizantini, suoi alleati, chiese aiuto agli arabi che in quel periodo possedevano buona parte della Sicilia. Per la prima volta nella storia, l’esercito arabo venne chiamato ad intervenire in vicende belliche dell’Italia continentale, con conseguenze inimmaginabili. L’aiuto dell’esercito arabo fu fondamentale per i napoletani che riuscirono così a liberarsi dal giogo beneventano. Per ripicca i musulmani saccheggiarono le terre longobarde di Benevento e scoprirono quanto divise fossero le popolazioni cristiane.
Pochi anni più tardi, nell’847 il capo berbero Khalfun conquistò la città di Bari, sfruttando la fitta rete di sotterranei e passaggi segreti che consentirono la presa della città in poche ore. Da qui parte la storia del della Bari musulmana che fin dai primi giorni della dominazione di Khalfun si organizzò come un piccolo stato islamico. Nel 853 a reggere le sorti della Bari musulmana fu chiamato l’emiro Mufarrag che cercò di far riconoscere ufficialmente il protettorato di Bari a Baghdad attraverso la costruzione di una moschea, simbolo di potere non solo politico ma anche religioso. Il fratello Sawadan prese poi il suo posto ottenendo nel 864 il titolo di emiro ufficialmente riconosciuto.
La preoccupazione per l’avanzata saracena convinse il co-imperatore del Sacro Romano Impero Ludovico II e l’imperatore di Costantinopoli Basilio ad allearsi per porre fine alla minacciosa dominazione musulmana.
La città di Bari venne così attaccata da terra da Ludovico e da mare da oltre 400 navi di Basilio che nonostante i litigi riuscirono a liberare Bari il 3 febbraio dell’871. Una perdita che fece imbestialire i saraceni che iniziarono rappresaglie violentissime lungo tutte le coste italiane di cui le numerose torri d’avvistamento, diffuse in tutto il Mediterraneo, sono testimonianza.
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