Ischia, cede il costone di Cava dell'Isola: paura tra i bagnanti
Un nuovo crollo ha interessato il costone di Cava dell'Isola che affaccia su una delle spiagge più popolate di Ischia: paura tra i bagnanti ma nessun ferito
Nuovo crollo a Ischia: nel primo pomeriggio di domenica un consistente smottamento ha interessato nuovamente il costone di Cava dell’isola, che affaccia su una delle spiagge più popolate della zona.
Situata tra due promontori di roccia tufacea nel comune di Forio, poco distante dalla baia di Citara e dagli Scogli Innamorati, questa spiaggia caratterizzata da sabbia a grani grossi di colore scuro e un fondale subito alto è meta di turismo giovanile e non solo.
Il materiale che è franato domenica 16 agosto ha superato la rete protettiva che era stata installata dopo i precedenti cedimenti a Cava dell’isola e ha invaso pericolosamente l’arenile, per la paura dei bagnanti. Molti di loro hanno preferito allontanarsi in via precauzionale. Fortunatamente, però, non ci sono stati feriti.
L’area interessata dal nuovo cedimento è stata interdetta: sul luogo in cui si è verificato il crollo è intervenuta la Polizia Municipale, la Guardia Costiera e la Polizia. Una nuova ordinanza potrebbe interdire l’accesso all’intera spiaggia di Cava dell’isola, interessata da un serio rischio idrogeologico. Una delle possibili cause dei continui cedimenti sarebbe la cementificazione.
Già a inizio giugno era crollata una parte della parete del costone di Cava dell’isola. Il materiale franato, in quell’occasione, era scivolato fino a valle a causa delle incessanti piogge di quei giorni.
Ischia, nei giorni scorsi, era già salita alla ribalta delle cronache per un avvistamento eccezionale: nel mare di Ischia sono tornati infatti i grampi, cetacei “cugini” dei delfini, che in quella zona non si vedevano da 3 anni. Il branco, avvistato in questi giorni dal veliero di ricerca dotato di speciali idrofoni era composto da 15 esemplari, di cui 10 conosciuti.
L’area della Cava dell’isola a Ischia non è l’unica in Italia interessata da pericolosi crolli. Nella giornata di giovedì 30 luglio, per esempio, si è staccata una gigantesca frana sul versante italiano del Cervino. A fine giugno, invece, era scattato l’allarme sul Monviso: lunedì 29 giugno si era infatti verificato un altro distaccamento dalla stessa parete settentrionale da cui, nel giorno di Santo Stefano del 2019, a quota 3300 metri, si era già staccato un grande masso di roccia mista a ghiaccio e neve.
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