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Granchio blu, dal mare ai fiumi: esemplare di 2 kg nel Padovano

L'emergenza granchio blu continua: il crostaceo è arrivato nelle acque dolci, tanto che nel padovano è stato pescato un esemplare da 2 kg in un fiume

La situazione granchio blu sembra evolversi di giorno in giorno. Dopo la sua larga presenza nei mari italiani (soprattutto nelle acque dell’Adriatico) il granchio è stato ritrovato anche nelle acque dolci di alcuni fiumi in Veneto e in Emilia Romagna. La situazione ora preoccupa sempre più sia gli allevatori sia i cittadini.

Il granchio blu arriva anche nei fiumi italiani

L’allarme per la presenza del granchio blu (Callinectes sapidus) in Italia non sembra fermarsi.  È ormai da molto tempo che diverse regioni italiane (Veneto ed Emilia-Romagna in primis) denunciano la presenza massiva di questa specie che purtroppo essendo onnivora divora tutto quello che riesce a trovare. In particolare, sono gli allevamenti di molluschi nella zona del delta del Po, lungo i lidi ferraresi e nella sacca di Goro (sempre in provincia di Ferrara) a risentire maggiormente di questa vera e propria invasione. Il granchio blu, infatti, sarebbe originario dell’America ed è arrivato in Europa tramite le acque di sentina delle navi. La situazione già da mesi molto grave per molti allevatori e pescatori italiani sembra però non migliorare.

In questi giorni, infatti, il crostaceo è stato ritrovato anche nelle acque dolci di alcuni fiumi. Questo è successo a Battaglia Terme, in provincia di Padova, dove è stato pescato un esemplare di quasi 2 kg. Dal padovano la signora Elisabetta Dainese ha spiegato come suo figlio Elia e alcuni amici siano soliti recarsi nell’argine a pescare ed è proprio lì che è stato pescato un granchio record. La sua testimonianza è stata riportata dal Gazzettino: “Mio figlio è un grande appassionato di pesca e spesso si reca con i suoi amici nell’argine di via Chiodare. Nelle ultime settimane il granchio blu sta invadendo l’argine in quantità rilevante. Qualche giorno fa, un amico di mio figlio ha pescato quasi 2 kg di questo crostaceo utilizzando come esca dei pezzetti di pollo. Ora anche mio figlio cercherà di pescarli per contrastare i danni che, inevitabilmente, questa specie sta causando all’ecosistema”.

Degli esemplari sono stati ritrovati anche nel Po ferrarese e sui canali della zona di Pontelagoscuro. Per questo in molti ora temono anche un’invasione delle acque dolci. Per ora l’unico modo per combattere questo crostaceo è quello di catturarlo e usarlo in cucina. Ci sono già stati noti chef, come Alessandro Borghese, che hanno proposto ricette con il granchio blu. Mentre nel trevigiano vengono organizzate sagre con piatti di pesce in cui viene utilizzato il granchio.

L’emergenza granchio blu in Italia

Purtroppo, anche un’altra tipologia di granchio blu (nota scientificamente come Portunus segnis) è arrivata in Italia dal Mar Rosso tramite il Canale di Suez. Del tutto simile al più diffuso granchio blu, il Portunus segnis si riconosce solo dalla colorazione ma anche questo è ugualmente aggressivo. Questa nuova specie di granchi blu (Portunus segnis) è stata per ora rinvenuta dai ricercatori dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine (CNR-Irbim) di Ancona nelle acque della Sicilia per ora. Ma la loro diffusione in altre zone è ormai quasi certa. Nei giorni scorsi il presidente della regione Veneto Luca Zaia aveva annunciato di aver richiesto al governo Meloni la dichiarazione di stato di emergenza. Questa mossa è stata poi seguita anche dall’Emilia Romagna dato che anche il presidente Bonaccini ha fatto lo stesso. Questo crostaceo, una specie aliena per i nostri mari, sta mettendo a dura prova l’ecosistema marino e tutti i settori a questo connessi. Per ora il governo ha stanziato dei fondi (quasi 3 milioni di euro) per aiutare il comparto ma le regioni chiedono di più.