A Gela arriva la prima oasi anti-smog
A Gela, in provincia di Caltanissetta, la prima oasi anti-smog: un'area verde in pieno centro città dove potersi rilassare godendosi l'area pulita.
Combattere l’inquinamento realizzando un’oasi anti-smog in centro città, cioè un’area verde dove – all’occorrenza – è possibile godersi un momento di puro e sano relax: questo è quello che è successo a Gela, comune siciliano in provincia di Caltanissetta.
La lotta al cambiamento climatico e la salvaguardia del Pianeta è diventato un impegno che molte comunità stanno prendendo seriamente, a partire dal Comune di Gela, città siciliana che in passato è passata alle cronache per gravi problemi di inquinamento ambientale. Questa volta, però, di lei si parla per un’iniziativa interessante oltre che funzionale ed efficiente.
Tutto è partito grazie ad un progetto Coldiretti che, in occasione della prima tappa del CircularTour (evento dedicato all’economia circolare per migliorare la qualità, la sostenibilità e l’ambiente), ha realizzato quest’area mangia-smog in città.
L’opera nasce come test sperimentale: il primo polmone verde in pieno centro urbano, dove chiunque può andare a rilassarsi e godersi un po’ di aria pulita.
Nell’oasi anti-smog gelese si è deciso di procedere piantando non solo gli alberi più belli, ma anche quelli più idonei nel catturare i gas ad effetto serra e le polveri sottili più pericolose. Piante e cespugli sono stati piazzati all’interno dell’aria green seguendo quindi uno specifico criterio: sono anti inquinamento. Tra questi si trovano il Bagolaro al Ligustro, l’Alloro l’Acero riccio all’Olmo, l’Albero di Giuda, la Photinia al Viburno ed anche la Betulla verrucosa al Tiglio.
L’Albero di Giuda, per esempio, è capace di assorbire 450 chili di anidride carbonica e di catturare da solo le polveri sottili Pm10. Il Ligustro una volta cresciuto mangia fino a 25 chili di CO2, mentre l’Acero Riccio è in grado di di assorbire fino a 3.800 chili di CO2 nell’arco di vent’anni. Segue la Betulla verrucosa, in grado di aspirare all’aria 3.100 chili di CO2 e il Bagolaro che, insieme all’Olmo e al Tiglio selvatico, bruciano ben 2.800 chili di CO2.
L’iniziativa promossa a Gela vuole essere anche la risposta positiva con cui Coldiretti ha deciso di combattere il problema dell’inquinamento dell’area che, come dimostra un’indagine condotta dall’Associazione in collaborazione con Ixe’, è considerato oggi la prima emergenza ambientale dal 47% degli italiani. In questo modo si è voluto dimostrare che si può e si deve intervenire in modo strutturale in questo senso, favorendo la diffusione del verde nelle aree pubbliche e private in città.
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