G7 in Puglia, la Cnn parla di Mafia: scoppia la polemica
All'alba del vertice del G7 che si tiene in Puglia, la Cnn scrive un lungo articolo sulla Mafia: immediata la risposta degli imprenditori del turismo
Gli occhi del mondo intero sono puntati sulla Puglia, dove in queste ore ha avuto inizio il 50esimo vertice del G7 con i più grandi leader mondiali. Inutile dire che c’è grande interesse per questa splendida regione, che da tempo si è fatta strada come meta turistica internazionale apprezzata soprattutto per le sue spiagge e la sua natura incontaminata. Ma un lungo articolo della Cnn potrebbe aver vanificato tutti gli sforzi compiuti fin qui dagli imprenditori del settore turistico, concentrandosi sulla Mafia e sulle sue terribili conseguenze.
G7 in Puglia, l’articolo della Cnn sulla Mafia
Ha avuto inizio il nuovo vertice del G7 in Puglia, che vede protagonisti alcuni dei più grandi leader mondiali (tra cui la nostra Giorgia Meloni). Gli ospiti sono stati accolti a Borgo Egnazia, una piccola realtà che negli ultimi anni è diventata una vera e propria icona del turismo pugliese. Tutta la regione, invero, ha compiuto enormi sforzi per ottenere il maggiore appeal possibile, così da attirare visitatori da ogni angolo del mondo.
E vi è riuscita, trascinando l’intera Puglia tra le mete turistiche più apprezzate per la stagione estiva. Peccato che questo immenso lavoro potrebbe essere stato vanificato dalla Cnn, che in un lungo articolo a firma della giornalista Barbie Latza Nadeau, pubblicato all’alba del vertice del G7, associa questa nostra splendida terra alla Mafia. Una realtà innegabile, ad onor del vero, ma che non rappresenta di certo l’intera regione nella sua complessità e nelle sue mille sfumature.
Il titolo è già fin troppo esemplificativo, aprendo con le parole “Mafia-style”. E il resto dell’articolo non è certo lusinghiero: “La violenza di tipo mafioso è in aumento nella stessa regione italiana dove i leader del G7 si incontreranno”. La giornalista si basa su fonti certificate, parlando dell’ultimo rapporto semestrale del Ministro dell’Interno, risalente a gennaio 2024. L’indagine fa riferimento a tre casi di gruppi criminali di stile mafioso su cui gli investigatori antimafia locali si stanno concentrando.
L’articolo porta a galla alcuni degli aspetti più crudi della Mafia, che ricordano fin troppo da vicino gli stereotipi cui gli americani sono soliti associare il nostro Paese (grazie anche alla televisione e al cinema, che hanno proposto immagini non molto rassicuranti dell’Italia di stampo mafioso). Dagli “attacchi alla luce del giorno” ai “sequestri di persona a mano armata”, sino ad arrivare ad orribili “mutilazioni” che sembrano uscire da un film horror: un identikit della Puglia che non assomiglia affatto alla realtà comune.
Certo, non si può negare che la presenza della Sacra Corona Unita sia un invadente pericolo per la comunità intera, ma non è giusto nemmeno ridurre una regione splendida come quella pugliese nella sua totalità ad un gruppo criminale, pur ampio e capillarmente diffuso. Soprattutto in considerazione del fatto che i leader mondiali ospiti per il G7 a Borgo Egnazia non sono certo in pericolo, visto lo spiegamento di forze armate che li accompagna.
La reazione degli imprenditori del turismo
Ovviamente, la risposta degli imprenditori del settore turistico non si è fatta attendere. “Non credo abbiamo problemi del genere, la Puglia è una regione veramente accogliente, non ci sono zone invalicabili. Da dove proviene la giornalista che ha scritto l’articolo mi sembra che ci siano ben altri problemi. Mi sembra un articolo che vuole buttare fango sulla nostra terra e sugli operatori che ci lavorano, forse qualcuno della Regione dovrebbe portare in un’aula di tribunale questo accaduto, che è una diffamazione” – ha affermato Francesco Caizzi, vicepresidente nazionale di Federalberghi.
E ancora: “Siamo contenti del lavoro che facciamo, gli imprenditori sono validi e i numeri lo dimostrano: sono 15 anni che continuiamo a crescere, l’anno scorso abbiamo battuto il record di stranieri che hanno raggiunto la regione. Non dico che quelle cose non esistono, ma è come accade nelle altre città, da Roma a New York” – è la conclusione di Caizzi, come si legge su ‘Repubblica’.
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