Damanhur, storia e segreti della comunità new age alle porte di Torino
Damhanur è un’enclave di serenità. Un rifugio di pace. Una piccola utopia situata a Vidracco, nella Valchiusella, a pochi chilometri dalla vivace Torino, tra verdi colline dove la frenesia delle metropoli è solo un’eco lontana.
Qui, gli adepti damanhuriani si sono dotati di una Costituzione che regola diritti e doveri nel rispetto reciproco. Il sindaco e gli assessori portano nomi degli alberi. Qui le liturgie non inneggiano alla metafisica ma al proprio Io presso templi dedicati all’umanità. Stanze di meditazione scavate nella roccia a profondità che raggiungono i 70 metri al di sotto del suolo, un primato valso alla comunità il riconoscimento del Guinness dei Primati per il tempio sotterraneo più grande del mondo. Le Sale simboleggiano gli elementi naturali, come l’acqua, la terra, i metalli e aiutano ad esplorare il proprio inconscio. Un paradiso, dove però qualche volta gli uomini litigano, ma nessun problema: nei rari casi in cui succede i dissidi della comunità vengono regolati da un tribunale interno che giudica, assolve e condanna. L’’istruzione è affidata a scuole familiari che oltre all’Italiano e alla Matematica educano all’ambientalismo, alla stimolazione della fantasia e ai viaggi astrali.
Benvenuti a Damhanur, città della luce, laboratorio sociologico, palestra della forza interiore, dove ogni esperienza quotidiana tende alla ricerca dei valori profondi dell’esistenza. Oltre allo svolgimento delle più elementari mansioni per tenere in vita le fattorie e campi agricoli curati con grande attenzione, il vero lavoro lo si attua su stessi, limando i difetti ed esaltando il talento.
Un paradiso in terra? Non la pensa così il vescovo emerito di Ivrea che ha condannato la comunità ricordando che chi aderisce a Damhanur non può più considerarsi cristiano, una vera e propria scomunica che fa il paio con alcune inchieste giornalistiche di risonanza nazionale, che hanno lasciato in sospeso più di un interrogativo.
Damhanur sostiene di essere quasi del tutto autosufficiente: acqua, elettricità e riscaldamento sono ridistribuite agli adepti a impatto quasi nullo sull’ambiente. Un sogno di ecosostenibilità che ha però attratto le curiosità di chi si è chiesto se le enormi somme di denaro che i nuovi seguaci donano alla comunità servano solo a preservare i suoi principi new age.
Ma il sindaco di Vidracco, damanhuriano convinto, che si fa chiamare “Elfo Frassino”, respinge le accuse, anche dei numerosi psicologi che evidenziano come la comunità cancelli ogni tipo di legame con la famiglia di origine, in un’esperienza totalizzante tesa alla rinascita interiore. Damhanur per lui, e per le centinaia di adepti, è la comunità perfetta, un segno di speranza, una rivoluzione del sistema con cui gli uomini si organizzano in comunità.
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