Una copia dell'Ultima cena ritrovata in un convento abbandonato
Una copia dell'Ultima cena di Leonardo Da Vinci è stata trovata in un convento abbandonato a Saracena, ancora ignoto l'autore
Potrebbe essere l’inizio della trama avvincente di un romanzo che mescola storia e misteri, perché a volte la fiction si può trovare anche nella vita reale.
Siamo in Calabria in un luogo abbandonato da anni, ovvero il convento dei Cappuccini a Saracena (in provincia di Cosenza). Qui è stata ritrovata una copia dell’Ultima Cena di Leonardo da Vinci e sia l’autore che la possibile datazione al momento restano ancora ignoti.
Una scoperta molto particolare che arriva all’inizio del 2019, ovvero l’anno dedicato ai cinquecento anni dalla morte del geniale artista. Mezzo secolo che verrà celebrato con iniziative particolari e numerosi appuntamenti, in particolare a Milano, la città dove ebbe uno dei suoi periodi più proficui. Ma anche la città che ospita l’originale di questo capolavoro, per secoli fonte di ispirazione per artisti e scrittori tra cui Dan Brown e il suo best seller “Il codice da Vinci”.
Protagoniste della particolare scoperta nel rudere calabrese le associazioni culturali “Mistery Hunters” e “Mistyca Calabria”.
Il convento, che celava questa opera, pare sia stato fondato nel 1588, diventando particolarmente importante durante il XVII e il XVIII secolo quando divenne la sede per novizi e studi. La chiusura avvenne nel 1915. Fu convertito a prigione negli anni 1917 e 1918.
Da allora il convento ha versato sempre di più in uno stato di abbandono. Oggi la struttura è raggiungibile unicamente a piedi ed è un vero e proprio rudere. Però al suo interno, nello specifico in quello che un tempo veniva utilizzato come refettorio, celava questa copia dell’Ultima Cena.
Ma non è l’unica. Del capolavoro di Leonardo esistono diverse copie in numerosi Paesi del mondo. L’originale è esposta al Cenacolo a Milano, ma vi sono “falsi” famosi. L’associazione culturale Mistery Hunters, in un post sulla pagina Facebook, ricorda ad esempio quella del Giampietrino a grandezza naturale originariamente sistemata nella Certosa di Pavia e oggi all’interno del Magdalen College di Oxford, oppure quella che pare possa essere attribuita a Marco d’Oggiono: si tratta di un dipinto olio su tela di dimensioni più piccole rispetto all’originale, che si trova al Museo del Rinascimento del castello di Ecouen, di proprietà del Louvre. E poi ancora in altre zone d’Italia e in Belgio.
A questo elenco ora si aggiunge la scoperta calabrese, ritrovata nel refettorio del convento abbandonato.
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