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Colombo e la scoperta dell'America, cambia la data: lo studio

Secondo lo scrittore e studioso Ruggero Marino, Cristoforo Colombo avrebbe scoperto l'America non nel 1492, ma prima: la teoria dell'esperto

Statua di Colombo

Una data fondamentale nella storia potrebbe essere, di fatto, sbagliata: quella della scoperta dell’America.

Secondo il giornalista, storico e scrittore Ruggero Marino, che da oltre 30 anni ha concentrato le sue ricerche proprio su Cristoforo Colombo, la scoperta dell’America va infatti anticipata di almeno un anno rispetto alla tradizionale data del 12 ottobre 1492.

Secondo Ruggero Marino, con ogni probabilità Cristoforo Colombo sbarcò nel Nuovo Mondo quanto meno nel 1491, quando ancora regnava papa Innocenzo VIII, al secolo il genovese Giovanni Battista Cybo, che morì il 25 luglio 1492. Ma come è arrivato l’esperto a queste conclusioni? Sulla base di una corposa documentazione raccolta nel corso degli anni e decenni di studio: Ruggero Marino sostiene che la spedizione di Cristoforo Colombo fu finanziata in gran parte da papa Innocenzo VIII e non, come ritenuto tradizionalmente, da Isabella di Castiglia.

Cristoforo Colombo scoprì l’America un anno prima? Lo studio

“Possiamo considerare Innocenzo VIII come il grande sponsor di Colombo”, afferma Ruggero Marino. Che sostiene quindi che a pagare il viaggio delle Tre Caravelle fu principalmente Papa Innocenzo VIII, e che il viaggio sarebbe stato portato a termine con un anno in anticipo rispetto a quanto tramandato dai libri di storia. Il grande navigatore ed esploratore genovese, tra i più importanti protagonisti delle scoperte geografiche tra il XV e il XVI secolo, avrebbe quindi scoperto l’America durante il pontificato di Innocenzo, e non sotto il famigerato Rodrigo Borgia, salito al soglio pontificio con il nome di Alessandro VI l’11 agosto 1492.

Per Ruggero Marino la scoperta dell’America potrebbe essere addirittura precedente. Lo sostiene anche sulla base della testimonianza dello ‘PseudoPetraca’, dal titolo ‘Chronica delle vite de pontefici et imperatori romani’, un raro incunabolo stampato a Venezia nel 1507, “cioè quasi ridosso degli avvenimenti e ad un anno dalla morte di Colombo”, sottolinea lo studioso. Un documento in cui si parla esplicitamente dello sbarco del navigatore genovese nelle ‘Nuove Indie‘ durante il regno di Innocenzo VIII, mentre è completamente ignorato in quello di papa Borgia. Un dato che sarebbe suffragato dalla lapide presente sulla tomba del pontefice in San Pietro, che recita “Novi orbis suo aevo inventi gloria”, ovvero “Nel tempo del suo pontificato la gloria della scoperta del Nuovo Mondo”.

E c’è dell’altro: nel contratto stipulato con i re, si afferma che Cristoforo Colombo, prima della partenza del 3 agosto, va alle Indie “che ha scoperto”, un tempo verbale riferito al passato e a un viaggio che probabilmente era già avvenuto, e che la storia sembrerebbe avere cancellato, come osserva ancora lo scrittore e studioso.

I dubbi sulle origini di Cristoforo Colombo, scopritore dell’America

Non è la prima volta che viene messa in discussione la data ufficiale della scoperta dell’America. E c’è di più: quello relativo alla data della scoperta dell’America non è l’unico aspetto della vita di Cristoforo Colombo messo in discussione da storici e ricercatori. Qualche tempo fa, infatti, si è parlato anche delle sue origini, ipotizzando che il grande navigatore ed esploratore potesse non essere realmente italiano (di Genova, per la precisione) bensì in realtà spagnolo o portoghese.