Catenanuova, perché è il borgo più caldo d'Europa
Catenanuova affronta temperature estreme e disagi legati alla carenza d’acqua e ai costi elevati in bolletta durante una delle estati più calde d’Europa
A metà strada tra Enna e Catania, in Sicilia, sorge un piccolo centro abitato che da anni fa parlare di sé ogni volta che l’anticiclone africano investe l’isola: con meno di cinquemila residenti, Catenanuova si è guadagnata il primato di borgo più caldo d’Europa, attirando l’attenzione dei media nazionali e internazionali non solo per le temperature estreme, ma anche per le sfide quotidiane che la popolazione affronta in un contesto climatico e infrastrutturale sempre più complesso.
Dove si trova Catenanuova e perché è il borgo più caldo d’Europa
Era il 20 agosto 1999 quando Catenanuova ha raggiunto 48,5 gradi, stabilendo il record europeo di temperatura più alta mai registrata. Oggi, a distanza di venticinque anni, il termometro continua a superare i 40 gradi in numerose giornate estive.
Secondo le previsioni, questa settimana potrebbe toccare punte di 45°C, e già domenica, alle 16, il termometro ha segnato 40,6 gradi. La sera, la colonnina di mercurio resta ancora alta: alle 19, si registrano 38 gradi, anche in assenza di sole, in un clima descritto dai residenti come afoso e soffocante.
Per affrontare il caldo, i cittadini adottano strategie consolidate: evitare le uscite nelle ore centrali, prediligere la vita notturna, frequentare spazi ombreggiati come la pineta San Prospero. I bar del paese vedono una discreta affluenza nelle ore più calde, soprattutto per la tipica granita con brioche, rimedio diffuso per cercare sollievo. Come riportato su ‘La Repubblica’, il sindaco Antonio Impellizzieri ha dichiarato: “Siamo pronti da sempre, il caldo sopra i 40 c’è sempre stato. Stiamo in casa durante il giorno e usciamo la sera”.
Ma le alte temperature comportano anche un aggravio dei costi energetici, soprattutto legati all’uso dei condizionatori. In alcune abitazioni, le bollette della luce hanno superato i 900 euro, nonostante gli aiuti offerti dalle aziende per la rateizzazione. Il problema principale, tuttavia, resta la scarsità d’acqua.
A Catenanuova l’erogazione avviene a giorni alterni e l’acqua arriva da una diga distante oltre 60 chilometri, con una rete idrica soggetta a frequenti perdite. Il sindaco ha specificato: “Catenanuova è al secondo posto della classifica nazionale dei territori con le tariffe dell’acqua più alte d’Italia”.
Oltre al disagio pratico, si aggiungono le preoccupazioni legate allo spopolamento del territorio: molti giovani scelgono di lasciare il paese alla ricerca di opportunità lavorative altrove, contribuendo a un calo demografico che interessa gran parte dell’Ennese.
Perché in Sicilia si registrano i picchi di caldo più alti d’Europa
Il fenomeno che colpisce Catenanuova si inserisce in un contesto più ampio che coinvolge tutta la Sicilia centro-orientale. In questi giorni, le temperature stanno superando i 43-45 gradi in molte località. Tra le punte massime, sono stati registrati 41°C a Partinico, 41,4°C ad Agira, 41,8°C a Francofonte e a Mezzojuso.
L’ondata di calore si sta rivelando particolarmente duratura e ha già portato la Protezione Civile regionale a diramare l’allerta rossa in alcune province, tra cui Enna, Caltanissetta, Catania e Messina, a rischio per possibili incendi.
Nel frattempo, Palermo ha ricevuto il bollino rosso, mentre sei città italiane sono state classificate con bollino arancione, tra cui Catania e Reggio Calabria. Le condizioni meteorologiche dividono in due il Paese, con il Nord alle prese con temporali e grandinate e il Sud soggetto a temperature da primato.
La condizione climatica di Catenanuova si intreccia quindi con problematiche più ampie, che riguardano la gestione delle risorse, l’invecchiamento della popolazione e la carenza di servizi essenziali. In questo scenario di siccità in Sicilia, il primo cittadino Antonio Impellizzieri ha affermato: “Noi siamo impegnati a difendere il territorio, ma chiediamo il sostegno di tutte le istituzioni per non restare una landa deserta”.
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