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Casu marzu, il formaggio "più pericoloso al mondo" è italiano

Il Casu marzu, formaggio sardo riconosciuto nel 2009 dal Guinness dei Primati come il "più pericoloso al mondo", è sbarcato sulla Cnn: il reportage

Casu marzu

Il Casu marzu, letteralmente il “formaggio marcio” in dialetto sardo, è finito sulla ‘Cnn’ in un reportage intitolato “Il formaggio più pericoloso al mondo“. Il primato è stato sancito ufficialmente nel 2009 dal Guinness dei Primati.

Cos’è il Casu marzu

Il Casu marzu è un formaggio pecorino colonizzato dalle larve delle mosche, che i pastori producono da secoli in Sardegna, alla fine del mese di giugno. Per arrivare al prodotto finale bisogna attendere 3 mesi.

A partire dagli anni Sessanta, è illegale vendere questo formaggio, a causa della presenza degli insetti che rappresentano il tratto più caratteristico di questo latticino, che si distingue per il sapore forte e persistente e per la consistenza cremosa. La multa per chi vende il Casu marzu può arrivare fino a 50 mila euro.

Il casu marzu protagonista sulla Cnn

Nell’approfondito reportage che la ‘Cnn’ ha dedicato al casu marzu, proprio a proposito del sapore di questo formaggio, si legge: “Se si riesce a superare il comprensibile disgusto, il Casu marzu ha un sapore intenso con ricordi dei pascoli mediterranei e anche speziato, con un retrogusto che permane per ore”.

Secondo alcuni, inoltre, questo particolare formaggio sarebbe anche “afrodisiaco“. Altri, però, si soffermano sulla pericolosità per la salute umana: i vermi potrebbero sopravvivere al morso e causare danni all’intestino, sebbene al momento non esista alcun caso documentato legato al Casu marzu.

Come detto, è illegale vendere il Casu marzu, ma in Sardegna si mangia da secoli. Paolo Solinas, gastronomo sardo di 29 anni, ha spiegato alla ‘Cnn’: “La presenza delle larve è proprio il fascino e il piacere di questo formaggio. Alcuni pastori vedono il formaggio come un piacere personale unico, qualcosa che solo pochi eletti possono provare”.

Giovanni Fancello, giornalista e gastronomo sardo di 77 anni, ha aggiunto: “Abbiamo sempre mangiato vermi. Ne hanno parlato anche Plinio il Vecchio e Aristotele”.

Roberto Flore, responsabile sardo di Skylab FoodLab, ha detto: “Credo che nessuno sia mai morto mangiando il Casu marzu. Se lo hanno fatto, forse erano ubriachi. Sai, quando lo mangi, bevi anche molto vino”.

Casu marzu: l’esperimento dell’Università di Sassari

Nel 2005 i ricercatori dell’Università di Sassari hanno effettuato un primo passo verso la legalizzazione del Casu marzu: gli studiosi hanno allevato mosche in laboratorio e le hanno fatte infettare il pecorino, al fine di dimostrare che il processo può avvenire anche in modo controllato.

I ricercatori e tutti i sardi confidano ora che l’Unione Europea si esprima a favore della legalizzazione del Casu marzu.