Il caso dei frontalieri della spazzatura dalla Svizzera a Varese
È aumentato negli ultimi mesi il numero dei frontalieri della spazzatura, ovvero cittadini che dalla Svizzera riversano i loro rifiuti in Italia
Il confine tra Svizzera e Italia è da decenni teatro di uno dei fenomeni più singolari d’Europa: quello dei frontalieri, lavoratori italiani che ogni giorno attraversano la frontiera per lavorare in Svizzera, principalmente nel Canton Ticino. Questo flusso costante di persone porta con sé anche dinamiche complesse e a volte anche tensioni.
Negli ultimi anni, però, è nato anche un altro tipo di pendolarismo: quello dei frontalieri della spazzatura. In questo caso sono cittadini svizzeri che attraversano il confine per smaltire i propri rifiuti nei centri italiani, in particolare nelle province di Como e Varese. Un fenomeno controverso che sta assumendo proporzioni sempre più rilevanti proprio da quest’anno.
I frontalieri della spazzatura
Dal 1° gennaio 2024, il Canton Ticino ha introdotto una tassa sul sacco dei rifiuti, pari a 85 centesimi di franco. Questa misura, soprannominata il “fetido balzello” dalla Lega dei Ticinesi, il partito di maggioranza nel governo cantonale, è stata al centro di accese discussioni. La tassa, ora obbligatoria per adattarsi alle disposizioni federali svizzere, non è stata ben accolta da tutti. Il costo aggiuntivo, infatti, si riflette sul prezzo finale dei sacchi della spazzatura: un sacco da 35 litri, ad esempio, arriva a costare fino a 12,50 franchi (circa 13 euro) nella regione di Lugano. Questa nuova legge, quindi, avrebbe fatto aumentare il numero dei cosiddetti “frontalieri della spazzatura”. Questi sarebbero cittadini svizzeri che scaricano i propri rifiuti oltre il confine. Pare, infatti, che molti in Svizzera preferiscano acquistare i sacchi neri generici in un supermercato italiano, riempirli con i propri rifiuti e smaltirli oltreconfine.
Così piccoli comuni italiani di confine, come Lavena Ponte Tresa, Cremenaga e Stabio, si sono trovati a gestire un afflusso inaspettato di rifiuti provenienti dalla Svizzera. Il fenomeno era presente da anni ma sembra il problema sia aumentato di recente. Le autorità svizzere hanno dichiarato che chi tenta di portare i rifiuti oltre il confine potrebbe essere fermato e multato dalla Guardia di Confine svizzera o dalla Guardia di Finanza, ma non c’è molto altro da fare. Tempo fa, ad esempio, un medico era stato identificato mentre scaricava illegalmente una vecchia insegna del suo studio nella discarica di Saltrio, nel Varesotto, ed è stato multato.
Le reazioni dei sindaci dei comuni italiani di confine
Le reazioni a questo fenomeno sono state molte, con i sindaci dei comuni di confine impegnati a difendere il territorio da quella che considerano una forma di inciviltà. A Lavena Ponte Tresa, prima tappa della famosa Via Francisca, il sindaco Massimo Mastromarino ha implementato una serie di misure per contrastare l’abbandono illegale di rifiuti. Tra i provvedimenti attuati c’è anche l’installazione di fototrappole e telecamere e controlli da parte della Polizia Locale. Dato che molti abbandoni avvengono durante le ore di buio sono stati avviati dei pattugliamenti notturni anche nelle zone più isolate.
Il sindaco di Cremenaga (Varese), Domenico Rigazzi, ha raccontato a ‘La Repubblica’ la sua lunga battaglia contro i frontalieri dei rifiuti. Già nel 2020, sacchi di spazzatura abbandonati nei pressi della dogana avevano rivelato il nome del responsabile di Lugano, grazie ai documenti trovati al loro interno. “È una questione di sensibilità, non riesco proprio a vedere sporche le strade del mio paese e infatti ogni settimana un dipendente comunale pulisce accuratamente i tre chilometri del nostro tratto di strada.”
Anche Massimo Mastromarino sindaco di Lavena Ponte Tresa, piccolo comune affacciato sul lago di Lugano in provincia di Varese ha detto la sua in merito all’abbandono di rifiuti. Le sue dichiarazioni sono state riprese sempre da ‘La Repubblica’: “Certamente il fatto che a Lugano venga applicata una ‘tassa sul sacco’ non è un’attenuante – dichiara – So bene che ci sono cittadini svizzeri che lavorano in Italia e ne approfittano per scaricare qui la spazzatura senza pagare e forse anche qualcuno che addirittura attraversa appositamente il confine per compiere questo atto di inciviltà.”
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