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Campi Flegrei, il terremoto fa emergere preziosi reperti a Bacoli

A causa del bradisismo, dal mare sono riemersi dei preziosi reperti romani: è quanto accaduto a Bacoli, dove è stata fatta un'importante scoperta

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Negli ultimi mesi, l’area dei Campi Flegrei è soggetta a forti scosse di terremoto a causa dell’attività vulcanica che si svolge nel sottosuolo. Se per il momento la situazione sembra essere sotto controllo e non c’è di che allarmarsi, è pur vero che questo fenomeno può regalarci persino delle belle sorprese. A Bacoli, infatti, il bradisismo ha fatto riemergere dal mare alcuni preziosissimi reperti archeologici.

Cos’è il bradisismo

Il bradisismo è un fenomeno naturale che si manifesta con particolare interesse nell’area di Bacoli: si tratta del movimento verticale del terreno, che può innalzarsi o abbassarsi, a seguito dell’attività geotermica che avviene nelle sue viscere. Tanti secoli fa, proprio in questa zona si è verificato uno sprofondamento che ha portato all’immersione di importanti reperti archeologici, oggi presenti nel sito di Baia.

Ora, il bradisismo sta facendo esattamente il contrario: il terreno ha ricominciato a sollevarsi, e dal mare sono riemersi dei preziosi cimeli appartenenti all’epoca romana, in un’area che proprio di recente è stata oggetto di altre importanti scoperte archeologiche. E, cosa ancor più sorprendente, il ritrovamento è avvenuto per opera di un giovane studente che stava cercando materiale per i suoi studi.

La nuova scoperta a Bacoli

Presso l’area archeologica di Bacoli, a due passi da Miseno, è avvenuta un’altra importante scoperta: si tratta di alcuni ritrovamenti d’epoca romana riemersi dal mare, a causa del terremoto che sta scuotendo la terra nei Campi Flegrei ormai da diversi mesi. A scovare questi preziosi reperti è stato un giovane studente di archeologia del’Università degli Studi di Napoli L’Orientale, Enrico de Luca, che stava effettuando alcune ricerche connesse al suo percorso di studi.

Il ragazzo si è imbattuto nei resti di antiche colonne romane, di cui rimangono capitelli in ottimo stato di conservazione. Dopo aver effettuato la scoperta, de Luca ha immediatamente allertato la Soprintendenza all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Napoli, affinché gli esperti intervenissero per la messa in sicurezza di quello che è un vero e proprio tesoro storico-artistico. Ancora più importante, il ritrovamento è avvenuto nel luogo in cui, solo qualche mese fa, è stata effettuata un’altra scoperta preziosa.

Si tratta di un’antica villa romana che potrebbe essere appartenuta a Plinio il Vecchio, i cui resti sono riemersi durante la costruzione di un nuovo parco pubblico nel punto in cui, fino a poco tempo fa, sorgeva un ecomostro abusivo. Ora, le colonne riemerse dal mare aggiungono nuovi dettagli ad una storia che pian piano si va delineando in questo angolo del Golfo di Napoli che si è sempre rivelato ricco di sorprese, almeno dal punto di vista archeologico.

“Emergono dall’acqua incredibili reperti archeologici di 2.000 anni fa. Sono colonne d’epoca romana. Accade a Bacoli. Accade a Miseno. A pochi passi dal ritrovamento della villa marittima forse appartenuta al comandante Plinio il Vecchio. A pochi passi dal nuovo giardino pubblico che abbiamo realizzato lì dove c’era uno dei più grandi stabilimenti balneari abusivi della Regione Campania” – ha spiegato il sindaco Josi Gerardo Della Ragione, in un post su Facebook.

Quindi, il primo cittadino di Bacoli ha annunciato un’importante novità: “Abbiamo deciso di firmare, nei mesi scorsi, un protocollo d’intesa con la Soprintendenza Archeologica dell’Area Metropolitana di Napoli per recuperare e mostrare al mondo un’enormità di beni archeologici che si trovano sul fondale di Casevecchie, per farne un museo a cielo aperto“.