Bird strike, il fenomeno che mette a rischio i voli italiani
Il bird strike, l'impatto tra volatili e aerei, è un fenomeno che mette a rischio i voli in Italia e nel mondo: i numeri sono in continua ascesa
In Italia aumenta il fenomeno del bird strike che mette a rischio i voli. Su Linate, come su tutti gli aeroporti italiani e del mondo, aleggia una ricca e nutrita popolazione volatile che annovera gabbiani, colombacci, cornacchie, poiane, rondini, piccioni e gheppi.
Bird strike in Italia: numeri in aumento
La presenza di volatili è in continuo aumento stando agli ultimi dati: se nel 2018 contava circa 66.000 unità e nel 2019 70.000, nel 2020 è stata toccata quota 90.000. Un numero esorbitante che mette a rischio il traffico aereo sopra gli scali nazionali e internazionali.
Il motivo dell’aumento può essere spiegato dal fatto che lo spazio aereo, meno frequentato dagli aerei a causa della pandemia di Covid-19, sia stato in qualche modo occupato, oppure rioccupato, dalla fauna. Più uccelli in volo sopra gli aeroporti significa un maggiore rischio di collisione con gli aerei.
I numeri, anche in questo caso, aiutano a capire il quadro generale della situazione. Intorno all’aeroporto di Linate a Milano, città dove sorgerà il nuovo “Nido Verticale”, nel 2020 ci sono stati 44.000 movimenti aerei, con 12 impatti tra gli aerei e i volatili. L’anno precedente gli impatti erano stati 35 ma con un traffico aereo di quasi tre volte, pari a 115.000 movimenti.
Allargando le statistiche a livello nazionale, si può notare come gli impatti tra aerei e animali in generale, nel 2002 erano stati 348 e sono saliti a 2.096 nel 2019, raggiungendo una media di quasi sei al giorno. Al tempo stesso, però, bisogna tenere presente che negli ultimi 40 anni la popolazione di gabbiano reale, per esempio, è raddoppiata.
Cos’è il fenomeno del bird strike
Il bird strike è un fenomeno che in aviazione viene indicato come l’impatto tra un aeromobile e un volatile. Il nome di tale fenomeno deriva da due parole inglesi: “bird” che significa volatile e “strike” che significa impatto. I danni causati dal bird strike sono spesso ingenti e possono portare anche a decessi: dal 1910 si sono registrate 350 morti in campo militare e 250 in campo civile.
Il fenomeno del bird strike avviene in maniera più frequente, nel 90% dei casi, durante le operazioni di decollo o di atterraggio. Molto frequente anche nel corso di voli a bassa quota. Nonostante ciò, episodi di impatto tra aerei e volatili si sono verificati anche ad alta quota, a 6.000 o 9.000 metri sul livello del mare.
Di solito il punto d’impatto è la parte anteriore della fusoliera, in particolar modo il parabrezza oppure l’elica, perché più esposta nel caso in cui l’uccello giunga dal senso opposto. Anche gli impatti contro l’ala e il carrello sono abbastanza frequenti, anche se considerati meno pericolosi.
Al fine di salvaguardare le condizioni degli aerei e la salute di tutte le persone a bordo, le aziende produttrici di motori aeronautici, ogni anno, devono sottoporre i loro prodotti a severi collaudi di robustezza per impatti di questo genere.
Ovviamente il fenomeno del bird strike genera anche dei costi tra prevenzione, riparazione dei danni e ritardi collegati: la stima dei costi tra riparazioni e ritardi per gli aeroporti italiani, secondo le ultime stime Enac, si aggira sugli 8 milioni di euro.
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