Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Un pettirosso è morto in Italia dopo aver volato per 2 mila km

Un pettirosso che vola per 2 mila chilometri dalla Finlandia muore in Italia: una tragica storia che mette in luce un grave problema ambientale

Pubblicato:

Valentina Alfarano

Valentina Alfarano

Editor & Coach Letterario

Lavorare con le storie è la mia missione! Specializzata in storytelling di viaggi, lavoro come editor di narrativa e coach di scrittura creativa.

 

Pettirosso migratore muore in Italia dopo un volo di 2.000 km
Ogni anno migliaia di uccelli attraversano cieli infiniti, spinti da un istinto millenario che li guida verso terre più calde. Fra questi, un pettirosso partito dalla Finlandia ha compiuto un viaggio straordinario di oltre 2 mila chilometri, per poi vedere il suo tragitto tragicamente interrotto in Italia, nel cuore del Vicentino.

Il viaggio di 2 mila chilometri del pettirosso dalla Finlandia all’Italia

A Schiavon, piccolo comune in provincia di Vicenza, un pettirosso è stato trovato privo di vita nel giardino del sindaco Simone Dellai. L’uccello si era schiantato contro una finestra, lasciando il segno tangibile di una storia che avrebbe avuto ben altro epilogo. Dellai, accorgendosi di un anello identificativo legato alla zampa, ha permesso agli esperti di scoprire la provenienza del piccolo volatile.

Secondo i dati raccolti, il pettirosso era partito da Helsinki, in Finlandia, dove era stato marcato dagli ornitologi del museo nazionale di storia naturale. L’uccello, come molti della sua specie, stava seguendo una rotta migratoria verso Sud, puntando a un clima più mite per affrontare l’inverno. Tuttavia, il lungo tragitto è stato fatale: i vetri di un’abitazione si sono rivelati un ostacolo insormontabile.

Gli studiosi sottolineano come episodi simili siano purtroppo comuni. Ogni anno, secondo il ‘Wilson Journal of Ornithology’, tra 1,28 e 3,46 miliardi di uccelli muoiono impattando contro edifici. Grattacieli vetrati, illuminazione notturna e superfici riflettenti rappresentano un pericolo crescente per le specie migratorie.

Secondo un’indagine condotta su 18 esperimenti sul campo, sono stati registrati 1.356 impatti su superfici vetrate, di cui il 50% non ha lasciato alcuna traccia visibile, mentre il 14% ha provocato la morte immediata dell’animale. In molti casi, anche quando l’uccello non mostra segni visibili di danni, le probabilità di sopravvivenza sono ridotte.

L’accumularsi di questi incidenti, uniti ai dati allarmanti sulle mortalità annuali, mette in luce un fenomeno che riguarda non solo la fauna locale, ma anche l’equilibrio ecologico globale. La scienza ha ormai stabilito che la perdita di uccelli migratori ha implicazioni sul bilancio naturale del nostro pianeta, con effetti a lungo termine sulle diverse specie che dipendono da questi volatili per l’impollinazione e il controllo degli insetti.

Come evitare la morte di uccelli migratori contro le finestre

In Italia, secondo le stime della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU), gli impatti fatali sono compresi tra i 15 e i 30 milioni ogni anno. Di questi, solo una percentuale ridotta, pari al 14%, provoca la morte immediata, ma il problema resta significativo.

All’estero, si stanno sperimentando soluzioni innovative per ridurre questi rischi. Strutture come la Aqua Tower di Chicago, progettate con pannelli oscurati e balconi che creano ombre irregolari, hanno dimostrato di essere efficaci nel salvaguardare gli uccelli migratori. In alternativa, l’applicazione di motivi grafici sulle superfici vetrate o l’uso di adesivi raffiguranti rapaci, come aquile o falchi, può dissuadere i volatili dall’avvicinarsi.

Nel contesto italiano, dove l’architettura non è dominata da grattacieli come in Nord America, sarebbe sufficiente adottare misure semplici e poco costose per mitigare il fenomeno un esempio virtuoso, in tal senso, è il ponte “bird friendly” di Genova. Forse, con interventi più diffusi, il pettirosso di Schiavon avrebbe potuto completare il suo viaggio verso il caldo Mediterraneo.