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Allarme pesce in Sicilia: cosa sta succedendo

Crisi per il settore della pesca in Sicilia: i rappresentanti di pescatori e armatori si sono rivolte alle istituzioni chiedendo lo stato di calamità

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Pescato

Scatta l’allarme pesce in Sicilia: i pescatori di Sciacca, in provincia di Agrigento, hanno proclamato lo stato di crisi del settore che sta vivendo una situazione “insostenibile” dal punto di vista economico.

Scatta l’allarme pesce in Sicilia: cosa sta succedendo

La crisi riguarda tutto il comparto legato alla pesca nel Canale di Sicilia, costretto a fare i conti con un drastico calo del pescato. Il gambero, per esempio, tra le specie più redditizie per tutta la flotta di Sciacca, sta diventando sempre più raro, con un impatto devastante sull’economia delle imprese ittiche locali.

Situazione analoga per il pesce azzurro come alici e sarde che hanno fatto registrare un crollo delle catture; sono diventati sempre più difficili da trovare, inoltre, merluzzi, triglie, polpi e calamari.

Le cause della crisi sono diverse, a partire dai cambiamenti climatici e dall’aumento della temperatura delle acque, passando per dinamiche ambientali ancora non comprese: di certo c’è che gli equilibri marini della regione si stanno modificando, con gli effetti negativi che si ripercuotono inevitabilmente sulla pesca.

Le richieste delle cooperative di pescatori e armatori

I presidenti delle cooperative Frà Pescatori, Madonna del Soccorso e San Paolo Consulting che rappresentano armatori e pescatori, hanno indirizzato una lettera al Ministro delle Politiche Agricole Francesco Lollobrigida e al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, chiedendo la dichiarazione dello stato di calamità naturale.

“I cambiamenti climatici e il surriscaldamento del mare rendono il Canale di Sicilia sempre meno pescoso – si legge nella lettera riportata dal ‘Giornale di Sicilia’ – una tendenza che perdura da diversi mesi, con una situazione ormai sempre più drammatica e preoccupante.

La crisi del gambero rischia di avere ripercussioni gravissime, considerato che per la marineria di Sciacca, quando le cose andavano bene, questo esemplare da solo rappresentava il 40% del pescato totale. Conseguenza: gravi diminuzioni di prodotto giornaliero e, conseguentemente, di fatturato”.

Nella missiva viene spiegato che anche il pesce azzurro, come sarde e alici, sta scarseggiando sempre di più, con i rappresentanti di pescatori e armatori che hanno parlato di “strani fenomeni di carenza, oltre che di ritardo nella crescita”.

Una crisi insostenibile

Pescatori e armatori, nella lettera a Lollobrigida e Schifani, hanno fatto presente che la maggior parte delle imprese di pesca sono costrette a fare ricorso al credito bancario e indebitarsi con i fornitori, in quanto non si riesce più a coprire i costi di gestione.

La crisi del settore è stata definita “insostenibile da un punto di vista economico” per una situazione che non riguarda solo Sciacca, ma anche tutti gli altri comuni costieri con tradizione marinara che si affacciano sul Canale di Sicilia.

Quella di Sciacca è una realtà marinara che conta circa 120 imbarcazioni di pesca, di cui 90 di grandi dimensioni, e un’occupazione diretta di circa 400 pescatori, aggiungendo poi l’indotto di tutte le maestranze che lavorano attorno al settore.

“I tratti di mare interdetti da anni dall’Unione Europea e dalla Regione Siciliana per favorire il ripopolamento ittico, non hanno centrato l’obiettivo prefissato – hanno spiegato le cooperative di pesca – e oggi un intero comparto produttivo rischia di morire”.