Allarme pesce scorpione nell'Adriatico: perché è "preoccupante"
Nel Mar Adriatico è stata segnalata come "preoccupante" la presenza di un'altra specie aliena: il pesce scorpione, tipico dei mari più caldi
Il Mar Adriatico sta subendo profondi mutamenti a causa dei cambiamenti climatici. Tra le sfide da affrontare, una nuova presenza si sta affacciando sulle nostre coste: il pesce scorpione, una specie potenzialmente pericolosa sia per la fauna locale sia per la salute umana.
Una nuova specie aliena nel Mar Adriatico
Le acque dei mari italiani stanno facendo molto parlare a causa soprattutto dei cambiamenti climatici in atto. Nell’ultimo periodo in diverse zone della costa adriatica, in molti hanno segnalato un anomalo colore verde dell’acqua, dovuto alla proliferazione di alghe causata dal riscaldamento delle acque e dai nutrienti provenienti dai fiumi. Questo fenomeno, pur non essendo pericoloso per la salute, preoccupa gli operatori turistici in vista dell’imminente stagione estiva. Ma l’attenzione dei biologi marini è rivolta anche ad altre problematiche: la presenza di sempre più specie aliene.
Qualche settimana fa si era parlato del pesce palla argenteo, recentemente pescato in Istria, considerato pericoloso se ingerito perché contiene una tossina letale. Ora a far parlare è la presenza del pesce scorpione, segnalato sulla sponda croata dell’Adriatico. La sua presenza sta sollevando nuove preoccupazioni. Il pesce scorpione (nome scientifico Pterois miles), originario del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano, è una delle specie invasive più temute nel Mediterraneo. Caratterizzato da aculei velenosi, questo predatore è in grado di alterare le catene alimentari locali e mettere a rischio la biodiversità autoctona.
Secondo i biologi marini, la sua presenza nel Mar Adriatico sarebbe legata proprio ai cambiamenti climatici che stanno portando un innalzamento delle temperature marine, rendendo le acque adriatiche un habitat sempre più adatto a specie tipiche dei mari tropicali. Al momento si tratta ancora di un fenomeno contenuto, ma gli esperti avvertono: la rapidità con cui il pesce scorpione si è diffuso in altre aree potrebbe replicarsi anche qui, con conseguenze difficili da prevedere.
Le parole dell’esperta: perché è preoccupante
La professoressa Emanuela Fanelli, biologa marina dell’Università Politecnica delle Marche, è tra le maggiori studiose dei cambiamenti in atto nel Mar Adriatico. Durante un suo intervento avvenuto al Festival del pesce azzurro “Anghiò”, organizzato a San Benedetto del Tronto dal 29 maggio al 2 giugno, ha colto l’occasione per sensibilizzare il pubblico sul problema delle specie aliene. Le sue parole sull’argomento sono state riprese dal ‘Corriere Adriatico’: “A preoccuparci, oggi, è il pesce scorpione.” Il pesce scorpione è una specie che, sebbene bella da vedere, è estremamente pericolosa. I suoi aculei contengono un veleno in grado di causare dolore intenso, gonfiore e nei casi più gravi anche shock anafilattico.
La Professoressa Fanelli ha poi sottolineato che l’arrivo di questo predatore alieno potrebbe avere effetti devastanti sull’ecosistema locale: “Il pesce scorpione si nutre di piccoli pesci e crostacei, alterando l’equilibrio delle comunità ittiche autoctone. Inoltre, la sua diffusione potrebbe mettere in crisi le attività di pesca tradizionali.” La professoressa ha spiegato che il Mar Adriatico è particolarmente vulnerabile a queste invasioni a causa della sua conformazione semi-chiusa e della temperatura media dell’acqua in costante aumento.
Nonostante la preoccupazione, la biologa invita anche a non farsi prendere dal panico, Le sue parole riprese sempre da ‘Corriere Adriatico’: “La buona notizia è che il pesce scorpione è anche un ottimo pesce da mangiare. Io stessa l’ho assaggiato ed è delizioso.” Ma questo, precisa Fanelli, non significa abbassare la guardia: “Dobbiamo monitorare attentamente la sua diffusione e informare i pescatori e i bagnanti sui rischi legati alla sua presenza.”
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