Zaia, il post sull'eruzione del Vesuvio del '44 è un caso
Il post di Luca Zaia per ricordare l'ultima eruzione del Vesuvio avvenuta il 18 marzo del 1944 è diventato un vero e proprio caso: la polemica social
Un post di Luca Zaia su Facebook è diventato un vero e proprio caso. Il Governatore del Veneto ha pubblicato una foto per ricordare l’ultima eruzione del Vesuvio, datata 1944: sono arrivati diversi commenti negativi che hanno dato vita a una polemica.
Il post di Zaia sul Vesuvio diventa un caso
Luca Zaia, uno dei Presidenti di Regione più seguiti sui social, sulla sua pagina ufficiale di Facebook non si limita ai post legati alla sua attività di Governatore del Veneto: utilizza il social network anche per pubblicare notizie di attualità e post legati a vari avvenimenti storici.
Lunedì 18 marzo 2024, in occasione dell’ottantesimo anniversario dell’eruzione del Vesuvio del 1944, Zaia ha voluto ricordare la tragedia, pubblicando una foto del vulcano della Campania insieme alle seguenti prole: “Era il 18 marzo 1944 quando le popolazioni della provincia napoletana dovettero subire il risveglio improvviso del ‘gigante’, il Vesuvio – ha scritto Zaia – dopo le eruzioni del 1906 e del 1929, il vulcano tornò in attività nell’agosto del 1943 con la fuoriuscita di lava dal cratere.
L’eruzione violenta tuttavia si verificò nel pomeriggio del 18 marzo dell’anno seguente, accompagnata da forti colate laviche che distrussero completamente i centri abitati di Massa di Somma e San Sebastiano. Ci furono 47 morti e 12mila sfollati. Riportarono ingenti danni anche altri comuni come Nocera, Pagani, Pompei e Terzigno. Per una favorevole direzione dei venti, Napoli venne risparmiata dalla nuvola di cenere e lapilli. L’eruzione del 1944 portò il Vesuvio dallo stato di attività a quello di quiescenza”.
Il post di Zaia dedicato al ricordo dell’ultima eruzione del Vesuvio ha ricevuto diversi commenti negativi da parte di utenti che sul social network hanno offeso le vittime del 1944. Qualcuno ha scritto di “volere il bis”, riferendosi a una nuova eruzione, mentre altri hanno criticato il Governatore, invitandolo a preoccuparsi del Veneto.
Quello che doveva essere solo un post per ricordare le vittime dell’eruzione, dunque, si è trasformato in un’occasione per le ‘bocche da fuoco’ dei social, sempre pronte a riversare odio e negatività nei commenti.
La polemica non si è limitata al web: come riferito dal ‘Corriere della Sera’, il deputato dell’alleanza tra Verdi e Sinistra, il napoletano Francesco Emilio Borrelli, ha espresso tutto il suo disappunto per i commenti arrivati al post di Luca Zaia, chiedendo spiegazioni al riguardo.
I social del Governatore del Veneto
Come detto, a differenza di altre figure politiche, la pagina Facebook di Luca Zaia è molto più vivace: il Presidente della Regione Veneto e i responsabili della comunicazione utilizzano profili social alternando notizie di cronaca a foto e post legati ad anniversari di eventi storici.
Durante la pandemia di Covid-19, inoltre, venivano effettuate delle dirette in streaming per aggiornare elettori e follower sui bollettini quotidiani. In generale la strategia comunicativa di Zaia è variegata e ha contribuito a creare l’immagine popolare del Governatore, al quale è stato dedicato un fossile scoperto nei pressi del monte Postale, sui Lessini.
Trattando più argomenti si raggiunge un numero di utenti sempre maggiore e tra loro possono esserci anche figure in grado di innescare delle polemiche: l’ultima riguardante il post sull’eruzione del Vesuvio ne è un esempio lampante.
POTREBBE INTERESSARTI
-
Bologna, il caso del monolocale di 6 mq affittato a 600 euro
-
I migliori minestroni surgelati nei supermercati per Altroconsumo
-
Tradimenti, la città italiana con più infedeli è Trieste
-
Allarme zucche in Italia: cosa sta succedendo
-
Cos'è la Dana che ha colpito Valencia e i rischi per l'Italia
-
Allarme vongole in Italia: cosa sta succedendo
-
Sardegna, a Cabras si cerca una città sepolta
-
Al Bano come Elon Musk: la frase sulla Puglia e Milano
-
Pompei, affresco "hard" nell'Insula dei Casti Amanti: la scoperta