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A Venezia arriva il "ticket" per la pipì?

Dopo alcuni eventi di cronaca piuttosto incresciosi, arriva la proposta: presto, a Venezia potrebbe essere necessario un "ticket" per fare pipì

Venezia è una città meravigliosa, che vive di turismo. Ma gli eccessi sono ormai sotto gli occhi di tutti: piazze affollatissime, ore di coda per poter visitare i principali monumenti e tanto, tanto caos. È il problema dell’overtourism, che negli ultimi anni sta colpendo pesantemente diverse località in tutto il mondo, le quali spesso non riescono a “reggere” l’assalto dei visitatori – con gravi danni anche e soprattutto all’ambiente. La Laguna non fa eccezione: con un numero spropositato di turisti, è davvero difficile potersi godere la città in tutto il suo splendore. Uno degli inconvenienti forse più sottovalutati riguarda quello che è un bisogno fisiologico di ognuno di noi. Dove fare pipì quando si è in giro per Venezia? A causa di alcuni fatti di cronaca, è stata proposta l’introduzione di un “ticket” per poter avere accesso ai bagni. Scopriamo di cosa si tratta.

Venezia, il “ticket” per fare pipì

L’estate 2023 è stata davvero molto affollata, soprattutto in celebri località turistiche come Venezia. Dopo il Covid, che ha svuotato le città e messo in ginocchio intere economie basate sul turismo, la voglia di tornare a visitare le nostre bellezze ha preso il sopravvento. Ma, come spesso accade quando i numeri iniziano ad aumentare, il riversarsi dei viaggiatori nella Laguna ha portato diversi problemi. Un evento, in particolare, ha scosso gli animi: alcuni turisti indiani si sono scagliati contro i camerieri di uno storico bar in Piazza San Marco, perché questi ultimi avrebbero loro impedito l’accesso gratuito alla toilette.

Senza bisogno di dover arrivare a scene di pugni e sedie che volano, come quella purtroppo vista in quest’occasione, il problema dei bagni è una realtà da non sottovalutare. Con un afflusso turistico così impegnativo, i bar non riescono a tenere il ritmo delle moltissime persone che chiedono di poter andare alla toilette, spesso senza aver consumato. È l’annoso dilemma di chi possiede un’attività di ristorazione aperta al pubblico: è giusto o meno lasciare che l’accesso ai bagni sia consentito a chiunque, o bisognerebbe esigere una consumazione? D’altra parte, i gestori hanno delle spese derivanti dall’uso del bagno, a partire dall’acqua e dall’elettricità, sino ad arrivare al sapone e alla pulizia da effettuare più volte al giorno.

Nasce così l’idea di introdurre un “ticket” per poter fare pipì: la proposta è stata lanciata da AEPE (Associazione Bar Ristoranti a Venezia), e prevede il pagamento di 1,50€ per poter accedere ai bagni. Prezzo che, naturalmente, verrebbe scalato da un’eventuale consumazione. In molte parti del mondo, provvedimenti simili sono stati già adottati da parecchio tempo e sembrano funzionare a dovere. Ma in Italia, da questo punto di vista, siamo decisamente indietro. Certo, applicare un “ticket” per andare alla toilette non è facile e immediato, ma potrebbe essere una soluzione ad un problema ormai molto sentito.  L’alternativa, anch’essa decisamente auspicabile, sarebbe quella di aumentare i bagni pubblici, renderli più visibili ai turisti e introdurre orari più lunghi (attualmente, quelli in Piazza San Marco “chiudono” alle 17:30).

Il problema dell’overtourism a Venezia

Insomma, quello dei bagni è uno dei volti della medaglia dell’overtourism che sta colpendo Venezia. Ci sono troppi turisti, e sopperire ad ogni loro esigenza è diventato difficile. Per questo la Giunta Comunale ha approvato l’introduzione di un biglietto d’ingresso alla città, così da poter tenere meglio sotto controllo l’afflusso di visitatori. A partire dal 2024, e solamente per un periodo di prova di 30 giorni, chi vorrà entrare a Venezia dovrà prenotarsi online e pagare un ticket di 5 euro. Probabilmente il sistema verrà implementato nelle stagioni in cui si sente maggiormente il problema dell’affollamento turistico, ovvero tra la primavera e l’estate e durante i ponti festivi.